Il saggio s'interroga su alcune questioni relative al concetto di tempo, a partire dall'idea che la concezione del tempo cui l’Occidente continuamente e ossessivamente rinvia, senza ancora confrontarsi approfonditamente e radicalmente con altro e con Altri, è frutto di un particolare processo storicamente e culturalmente determinato e s’istituzionalizza soltanto da un certo momento in poi, vale a dire dalla modernità (occidentale) compiuta. Tale “nuova” concezione, che finisce per essere considerata l’unica possibile forma corretta e “universale”, sulla base della quale tentare di osservare, definire, spiegare e controllare il sempre inafferrabile scorrere del tempo sembra trovare i propri inizi, la propria genealogia, proprio nelle riflessioni sviluppate dall’Umanesimo, e dunque anche da Petrarca.
Nè postumi, né posteri: sul presente come tempo dell'umano
Monceri, Flavia
2024-01-01
Abstract
Il saggio s'interroga su alcune questioni relative al concetto di tempo, a partire dall'idea che la concezione del tempo cui l’Occidente continuamente e ossessivamente rinvia, senza ancora confrontarsi approfonditamente e radicalmente con altro e con Altri, è frutto di un particolare processo storicamente e culturalmente determinato e s’istituzionalizza soltanto da un certo momento in poi, vale a dire dalla modernità (occidentale) compiuta. Tale “nuova” concezione, che finisce per essere considerata l’unica possibile forma corretta e “universale”, sulla base della quale tentare di osservare, definire, spiegare e controllare il sempre inafferrabile scorrere del tempo sembra trovare i propri inizi, la propria genealogia, proprio nelle riflessioni sviluppate dall’Umanesimo, e dunque anche da Petrarca.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.