Negli ultimi decenni, i fitofarmaci di sintesi hanno consentito di controllare con successo gli artropodi dannosi per le colture agrarie. Tuttavia, l’uso intensivo di insetticidi desta preoccupazione per i possibili effetti negativi per l’uomo e l’ambiente. Inoltre, in alcuni casi, tali prodotti hanno determinato l'insorgenza di resistenze nei fitofagi bersaglio, nonché effetti indesiderati su antagonisti naturali e su insetti impollinatori. Pertanto le tecniche di difesa fitosanitaria si sono orientate verso forme di controllo maggiormente eco-compatibili quali l’uso di molecole bioattive di origine naturale, ritenute più facilmente biodegradabili e dotate di più elevata specificità d’azione. Queste sostanze possono inoltre servire come modelli strutturali per la sintesi di nuovi principi attivi a ridotto impatto ambientale. Saggi comportamentali ed elettrofisiologici hanno evidenziato che colture di funghi del genere Trichoderma sono in grado di esercitare un’azione “antifeedant” nei riguardi di alcune specie di afidi e che le strutture responsabili della percezione sono localizzate sui tarsi. Si è ipotizzato che tale attività sia legata alla produzione di metaboliti secondari e sono iniziate indagini multidisciplinari per individuare metaboliti con attività antifeedant prodotti da Trichoderma citrinoviride e T. harzianum. Estratti organici ottenuti dalle colture su riso dei due isolati e risultati attivi in test comportamentali ed elettrofisiologici, sono stati purificati mediante metodi cromatografici ottenendo gruppi di frazioni omogenee, alcune delle quali hanno mostrato una significativa attività. Indagini cromatografiche e spettroscopiche preliminari hanno dimostrato una natura lipofila ed un peso molecolare medio-basso associato ad alcuni metaboliti attivi.

Afidi e attività antifeedant di metaboliti estratti da funghi del genere Trichoderma

GANASSI, Sonia;
2006-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni, i fitofarmaci di sintesi hanno consentito di controllare con successo gli artropodi dannosi per le colture agrarie. Tuttavia, l’uso intensivo di insetticidi desta preoccupazione per i possibili effetti negativi per l’uomo e l’ambiente. Inoltre, in alcuni casi, tali prodotti hanno determinato l'insorgenza di resistenze nei fitofagi bersaglio, nonché effetti indesiderati su antagonisti naturali e su insetti impollinatori. Pertanto le tecniche di difesa fitosanitaria si sono orientate verso forme di controllo maggiormente eco-compatibili quali l’uso di molecole bioattive di origine naturale, ritenute più facilmente biodegradabili e dotate di più elevata specificità d’azione. Queste sostanze possono inoltre servire come modelli strutturali per la sintesi di nuovi principi attivi a ridotto impatto ambientale. Saggi comportamentali ed elettrofisiologici hanno evidenziato che colture di funghi del genere Trichoderma sono in grado di esercitare un’azione “antifeedant” nei riguardi di alcune specie di afidi e che le strutture responsabili della percezione sono localizzate sui tarsi. Si è ipotizzato che tale attività sia legata alla produzione di metaboliti secondari e sono iniziate indagini multidisciplinari per individuare metaboliti con attività antifeedant prodotti da Trichoderma citrinoviride e T. harzianum. Estratti organici ottenuti dalle colture su riso dei due isolati e risultati attivi in test comportamentali ed elettrofisiologici, sono stati purificati mediante metodi cromatografici ottenendo gruppi di frazioni omogenee, alcune delle quali hanno mostrato una significativa attività. Indagini cromatografiche e spettroscopiche preliminari hanno dimostrato una natura lipofila ed un peso molecolare medio-basso associato ad alcuni metaboliti attivi.
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