L'articolo vuole esaminare l'atteggiamento politico della prima dinastia angioina nei confronti di una delle maggiori città del Regno di Sicilia descrivendo l'episodio dell'appalto pubblico bandito per la costruzione del primo faro nel porto di Brindisi. Ne risulta il vivo interesse mostrato da Carlo I d'Angiò per uno scalo ritenuto cruciale per il controllo delle rotte Orientali e, allo stesso tempo, le difficili condizioni in cui si trova ad operare l'amministrazione regia. Contemporaneamente risalta la scarsa consapevolezza dei brindisini relativamente ai benefici che l'intervento regio avrebbe prodotto sull'economia cittadina. L'intera vicenda fornisce un esempio eloquente del rapporto tra Corona e comunità locali intorno alla fine del XIII sec., sottolineando, da un lato, la scarsa presenza nel tessuto sociale di una coscienza identitaria forte e capace di sfruttare le potenzialità notevoli fornite dalla posizione geografica dell'insediamento, e questo nonostante lo scalo di Brindisi, fin dall'età romana, sia stato considerato il più importante del basso Adriatico; dall'altro spiega, nella fattualità di una concreta azione di governo, le convenienze politiche e gli strumenti di governo della prima dominazione angioina nella realizzazione di opere pubbliche.

L'incompiuta di Brindisi. Tra burocrazia angioina e appalto protocapitalistico

ALAGGIO, Rosanna
2009-01-01

Abstract

L'articolo vuole esaminare l'atteggiamento politico della prima dinastia angioina nei confronti di una delle maggiori città del Regno di Sicilia descrivendo l'episodio dell'appalto pubblico bandito per la costruzione del primo faro nel porto di Brindisi. Ne risulta il vivo interesse mostrato da Carlo I d'Angiò per uno scalo ritenuto cruciale per il controllo delle rotte Orientali e, allo stesso tempo, le difficili condizioni in cui si trova ad operare l'amministrazione regia. Contemporaneamente risalta la scarsa consapevolezza dei brindisini relativamente ai benefici che l'intervento regio avrebbe prodotto sull'economia cittadina. L'intera vicenda fornisce un esempio eloquente del rapporto tra Corona e comunità locali intorno alla fine del XIII sec., sottolineando, da un lato, la scarsa presenza nel tessuto sociale di una coscienza identitaria forte e capace di sfruttare le potenzialità notevoli fornite dalla posizione geografica dell'insediamento, e questo nonostante lo scalo di Brindisi, fin dall'età romana, sia stato considerato il più importante del basso Adriatico; dall'altro spiega, nella fattualità di una concreta azione di governo, le convenienze politiche e gli strumenti di governo della prima dominazione angioina nella realizzazione di opere pubbliche.
2009
9782906716193
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