In un contesto in cui assumono rilevanza sempre maggiore le sfide poste all’umanità da cambiamenti globali come quello climatico, il volume offre un approfondimento critico sulla necessità di un radicale ripensamento delle politiche che finora hanno riguardato le aree protette. Al fine di rafforzare il ruolo della pianificazione e progettazione territoriale nella riconversione ecologica delle attività umane, il testo sottolinea l’esigenza di superare il circolo vizioso in cui certe forme di protezione ambientale hanno concorso e concorrono a marginalizzare ulteriormente alcuni territori, riducendo le possibilità di mantenere rapporti coevolutivi tra comunità umane e ambiente. I principali filoni di ricerca a cui la trattazione si riferisce sono costituiti dalle scuole di studi urbanistici sul paesaggio come ambito di sintesi tra conservazione e innovazione (Gambino) e sul territorio come esito coevolutivo dell’interazione tra specie umana e ambiente (Magnaghi), nonché dalle tradizioni delle scienze giuridiche e politiche che interpretano gli assetti fondiari collettivi come nettamente distinti sia dai beni pubblici che privati (Grossi), e i beni comuni come risorse ambientali utilizzabili anche individualmente ma secondo regole collettive (Ostrom). L’approccio adottato nel libro viene esemplificato con il racconto del caso studio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, al cui processo di pianificazione gli autori hanno lungamente lavorato, proponendo infine una metodologia innovativa di progettazione territoriale capace di fondere, nella “cornice contestuale” del piano, progettualità pattizie territorialiste con autoregolazioni ostromiane dei beni comuni.
Dalla protezione alla coevoluzione. Pianificazione e progettazione territoriale dei parchi naturali
luciano de bonis;giovanni ottaviano
2024-01-01
Abstract
In un contesto in cui assumono rilevanza sempre maggiore le sfide poste all’umanità da cambiamenti globali come quello climatico, il volume offre un approfondimento critico sulla necessità di un radicale ripensamento delle politiche che finora hanno riguardato le aree protette. Al fine di rafforzare il ruolo della pianificazione e progettazione territoriale nella riconversione ecologica delle attività umane, il testo sottolinea l’esigenza di superare il circolo vizioso in cui certe forme di protezione ambientale hanno concorso e concorrono a marginalizzare ulteriormente alcuni territori, riducendo le possibilità di mantenere rapporti coevolutivi tra comunità umane e ambiente. I principali filoni di ricerca a cui la trattazione si riferisce sono costituiti dalle scuole di studi urbanistici sul paesaggio come ambito di sintesi tra conservazione e innovazione (Gambino) e sul territorio come esito coevolutivo dell’interazione tra specie umana e ambiente (Magnaghi), nonché dalle tradizioni delle scienze giuridiche e politiche che interpretano gli assetti fondiari collettivi come nettamente distinti sia dai beni pubblici che privati (Grossi), e i beni comuni come risorse ambientali utilizzabili anche individualmente ma secondo regole collettive (Ostrom). L’approccio adottato nel libro viene esemplificato con il racconto del caso studio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, al cui processo di pianificazione gli autori hanno lungamente lavorato, proponendo infine una metodologia innovativa di progettazione territoriale capace di fondere, nella “cornice contestuale” del piano, progettualità pattizie territorialiste con autoregolazioni ostromiane dei beni comuni.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.