La continua evoluzione normativa del sistema dei reati fiscali, secondo direttrici di tutela difformi e sulla base di regole di disciplina peculiari, offre l’immagine di un settore che necessita di una ricognizione delle sue coordinate identificative. Scopo principale della ricerca è quello di misurare la conformità del diritto penale tributario vigente ai tradizionali canoni garantistici propri dello statuto penalistico, dai quali esso sembrava essersi progressivamente discostato, in nome delle esigenze ‘di cassa’, legate alla ‘ragione fiscale’. In tempi più recenti, le scelte di politica criminale che ne hanno riorientato il ruolo sembrano averlo pian piano fatto rientrare, sebbene in modo altalenante e forse poco convinto, nel solco del diritto penale comune. L’analisi si è dunque concentrata in particolare sui profili concernenti la tecnica di incriminazione ed i relativi modelli punitivi, nonché sugli strumenti di selezione dei fatti meritevoli di sanzione penale in materia tributaria. Peculiare oggetto di indagine sono state ovviamente le più recenti modifiche normative – soprattutto con il d.lgs. 158/2015 e da ultimo con il decreto fiscale n. 19/2020 – che hanno rideterminato l’assetto strutturale dei reati tributari. In connessione ad esse sono state esaminate le tendenze evolutive della giurisprudenza e quindi gli effetti prodottisi sul piano applicativo a seguito della riformulazione, a più riprese, dello schema di illecito fiscale penalmente rilevante. Il lavoro si propone infine di offrire possibili soluzioni praticabili anzitutto sul piano legislativo, prima che su quello interpretativo, nel segno di un’auspicabile rivisitazione della vigente disciplina degli illeciti fiscali, così da (re-) inquadrarla nella sistematica dell’ordimento penale.
La tutela penale degli interessi fiscali. L’irrisolta contesa tra ‘particolarismo’ e fedeltà ai principi
Monica Tortorelli
2020-01-01
Abstract
La continua evoluzione normativa del sistema dei reati fiscali, secondo direttrici di tutela difformi e sulla base di regole di disciplina peculiari, offre l’immagine di un settore che necessita di una ricognizione delle sue coordinate identificative. Scopo principale della ricerca è quello di misurare la conformità del diritto penale tributario vigente ai tradizionali canoni garantistici propri dello statuto penalistico, dai quali esso sembrava essersi progressivamente discostato, in nome delle esigenze ‘di cassa’, legate alla ‘ragione fiscale’. In tempi più recenti, le scelte di politica criminale che ne hanno riorientato il ruolo sembrano averlo pian piano fatto rientrare, sebbene in modo altalenante e forse poco convinto, nel solco del diritto penale comune. L’analisi si è dunque concentrata in particolare sui profili concernenti la tecnica di incriminazione ed i relativi modelli punitivi, nonché sugli strumenti di selezione dei fatti meritevoli di sanzione penale in materia tributaria. Peculiare oggetto di indagine sono state ovviamente le più recenti modifiche normative – soprattutto con il d.lgs. 158/2015 e da ultimo con il decreto fiscale n. 19/2020 – che hanno rideterminato l’assetto strutturale dei reati tributari. In connessione ad esse sono state esaminate le tendenze evolutive della giurisprudenza e quindi gli effetti prodottisi sul piano applicativo a seguito della riformulazione, a più riprese, dello schema di illecito fiscale penalmente rilevante. Il lavoro si propone infine di offrire possibili soluzioni praticabili anzitutto sul piano legislativo, prima che su quello interpretativo, nel segno di un’auspicabile rivisitazione della vigente disciplina degli illeciti fiscali, così da (re-) inquadrarla nella sistematica dell’ordimento penale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.