Potere trasversale. Ecclesiastici a corte e nei feudi (secoli XVI-XVIII)

Characterized by great mobility and by family, spiritual and clientelistic networks spread over several levels and multi-localised among the many centers of the Hispanic Monarquía, holders of fiefdoms or confessors of kings and queens, bishops appointed by the king or viceroy, military consultants or informants at the service of that same Crown, the religious men and women at the center of the book were many times the expression of a transversal power. Their careers were activated along political itineraries that cut across the ecclesiastical hierarchies and the prevailing factions in the curia and at court. Their prosopographical profiles reveal, from a view that is often unpublished, factional struggles, teams that form and fall apart, old and new alliances that cut across family groups and religious affiliations, curial antagonisms and clientelistic ties. As holders of feudal jurisdictions, they were able to exercise a series of powers aimed at the management and organization of territories in relation and transversal connections with political institutions and local elites. Their stories open further points of view on the dynamics of interaction between the religious sphere and the political and social sphere, on the systems of political communication expressed by different institutional contexts - Hispanic kingdoms, urban spaces, feudal territories - and on their multiple capacities to express modes of negotiation, integration or conflict between a plurality of actors and institutional spaces also marked by different social and cultural backgrounds.

Caratterizzati da una grande mobilità e da reti familiari, spirituali e clientelari estese su più piani e plurilocalizzate tra i tanti poli della Monarquía ispanica, titolari di feudi o confessori di re e regine, vescovi di nomina regia o viceré, consulenti militari o informatrici al servizio di quella stessa Corona, i religiosi e le religiose al centro del libro furono tante volte espressione di un potere trasversale. Le loro carriere si attivarono lungo itinerari politici trasversali alle gerarchie ecclesiastiche e alle fazioni prevalenti in curia e a corte. I loro profili prosopografici restituiscono, da una visuale tante volte inedita, lotte fazionali, compagini che si costituiscono e si sfaldano, vecchie e nuove alleanze trasversali a gruppi familiari e appartenenze religiose, antagonismi curiali e legami clientelari. In quanto titolari di giurisdizioni feudali poterono esercitare una serie di poteri finalizzati alla gestione e all’organizzazione dei territori in relazione e connessioni trasversali con le istituzioni politiche e le élite locali. Le loro storie aprono ulteriori punti di vista sulle dinamiche di interazione tra sfera religiosa e sfera politica e sociale, sui sistemi della comunicazione politica espressi da contesti istituzionali differenti – regni ispanici, spazi urbani, territori feudali - e sulle loro molteplici capacità di esprimere modalità di negoziazione, integrazione o conflitto fra una pluralità di attori e spazi istituzionali segnati anche da differenti background sociali e culturali.