Nelle attività di rimboschimento, come in quelle di arboricoltura da legno, una delle scelte di maggior significato riguarda le distanze d’impianto, per le implicazioni che queste hanno sulle cure colturali, sui diradamenti e, più in generale, sulla dinamica evolutiva della piantagione. Per comprendere come la distanza d’impianto influenzi tale dinamica, sono stati analizzati i risultati ottenuti in alcune piantagioni di douglasia, realizzate nel 1967 sulla Catena Costiera (Cosenza), con distanze comprese tra 2x2 e 3x4 m. I rilievi condotti in aree di saggio di 900 m2 di superficie sono stati effettuati negli anni 1982, 1992 e 1999. I valori di area basimetrica, volume ed i relativi incrementi confermano le favorevoli condizioni stazionali e le elevate capacità produttive della douglasia. Le osservazioni effettuate trovano applicazione nella definizione di moduli colturali da adottare nelle piantagioni di douglasia. In particolare evidenziano la necessità di effettuare tempestivamente i diradamenti per prevenire e, possibilmente, limitare le perdite per autodiradamento. A parità di condizioni di fertilità della stazione dovranno essere tanto più precoci quanto più denso è il soprassuolo: a circa 15 anni dalla piantagione, nel caso di densità elevate (2000-2500 piante/ha), non oltre i 20 con densità fino a 1200 piante/ha. Nei popolamenti con un numero di piante inferiore a 1200 ad ettaro il primo diradamento può essere ritardato fino a 30 anni. Nel caso di interventi di arboricoltura da legno di quantità, attuata con turni brevi, è opportuno adottare distanze d’impianto strette poiché la massa è funzione più del numero delle piante ad ettaro piuttosto che della loro dimensione
Effetti della densità di impianto sulla produzione in piantagioni di douglasia
GARFI', Vittorio;
2005-01-01
Abstract
Nelle attività di rimboschimento, come in quelle di arboricoltura da legno, una delle scelte di maggior significato riguarda le distanze d’impianto, per le implicazioni che queste hanno sulle cure colturali, sui diradamenti e, più in generale, sulla dinamica evolutiva della piantagione. Per comprendere come la distanza d’impianto influenzi tale dinamica, sono stati analizzati i risultati ottenuti in alcune piantagioni di douglasia, realizzate nel 1967 sulla Catena Costiera (Cosenza), con distanze comprese tra 2x2 e 3x4 m. I rilievi condotti in aree di saggio di 900 m2 di superficie sono stati effettuati negli anni 1982, 1992 e 1999. I valori di area basimetrica, volume ed i relativi incrementi confermano le favorevoli condizioni stazionali e le elevate capacità produttive della douglasia. Le osservazioni effettuate trovano applicazione nella definizione di moduli colturali da adottare nelle piantagioni di douglasia. In particolare evidenziano la necessità di effettuare tempestivamente i diradamenti per prevenire e, possibilmente, limitare le perdite per autodiradamento. A parità di condizioni di fertilità della stazione dovranno essere tanto più precoci quanto più denso è il soprassuolo: a circa 15 anni dalla piantagione, nel caso di densità elevate (2000-2500 piante/ha), non oltre i 20 con densità fino a 1200 piante/ha. Nei popolamenti con un numero di piante inferiore a 1200 ad ettaro il primo diradamento può essere ritardato fino a 30 anni. Nel caso di interventi di arboricoltura da legno di quantità, attuata con turni brevi, è opportuno adottare distanze d’impianto strette poiché la massa è funzione più del numero delle piante ad ettaro piuttosto che della loro dimensioneI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.