Uno sguardo diacronico alla legislazione in materia di stupefacenti consente di evidenziare come l’ottica repressiva ha rappresentato, pur con inevitabili oscillazioni, una costante delle politiche penali che si sono succedute negli anni nel nostro paese, anche per quel che riguarda la detenzione ed il consumo degli stupefacenti. Per il nostro legislatore la tossico dipendenza, ma anche il semplice consumo di droga (comunque considerato ‘illecito'), sono sempre stati, anche, una ‘questione penale’, da affrontare, dunque, con strumenti conformi a questa natura. La stessa presenza, costante e progressivamente incrementata, di percorsi e soluzioni terapeutici, affiancati alla dimensione repressiva, disegna gli inquietanti contorni di una sorta di ‘trattamento coercitivo’, essendo prevista l’applicazione di severe misure sanzionatorie (di tipo amministrativo) per coloro che non accettano di sottoporsi al trattamento di recupero. L’opzione legislativa per una politica proibizionista, rivelatasi poco efficace sul piano preventivo, svolge dunque una evidente funzione simbolica di rassicurazione dell’opinione pubblica, rafforzando la disapprovazione verso coloro – tossicodipendenti o consumatori di droga – che sono visti (anche in quanto ‘classificati’) se non come criminali, quanto meno come socialmente disadatti e pericoli e dunque da mantenere, coattivamente, sotto controllo.
La politique pènal italiennes en matiere de stupéfiants entre symbolisme et repression. Le législateur tombe la masque,
FIORE, Stefano
2010-01-01
Abstract
Uno sguardo diacronico alla legislazione in materia di stupefacenti consente di evidenziare come l’ottica repressiva ha rappresentato, pur con inevitabili oscillazioni, una costante delle politiche penali che si sono succedute negli anni nel nostro paese, anche per quel che riguarda la detenzione ed il consumo degli stupefacenti. Per il nostro legislatore la tossico dipendenza, ma anche il semplice consumo di droga (comunque considerato ‘illecito'), sono sempre stati, anche, una ‘questione penale’, da affrontare, dunque, con strumenti conformi a questa natura. La stessa presenza, costante e progressivamente incrementata, di percorsi e soluzioni terapeutici, affiancati alla dimensione repressiva, disegna gli inquietanti contorni di una sorta di ‘trattamento coercitivo’, essendo prevista l’applicazione di severe misure sanzionatorie (di tipo amministrativo) per coloro che non accettano di sottoporsi al trattamento di recupero. L’opzione legislativa per una politica proibizionista, rivelatasi poco efficace sul piano preventivo, svolge dunque una evidente funzione simbolica di rassicurazione dell’opinione pubblica, rafforzando la disapprovazione verso coloro – tossicodipendenti o consumatori di droga – che sono visti (anche in quanto ‘classificati’) se non come criminali, quanto meno come socialmente disadatti e pericoli e dunque da mantenere, coattivamente, sotto controllo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.