L’etica del dovere fa ancora la differenza in politica? La lettura dei testi più recenti di Martha Nussbaum sembra suggerirci una risposta affermativa, non tanto nella chiave di una tradizione filosofico morale, quanto in quella di una risposta alla più stringente attualità. Le crisi politiche e sociali del mondo contemporaneo (e in queste possiamo già iscrivere quella pandemica da Covid che stiamo vivendo) hanno fatto emergere la dimensione globale degli interrogativi, dei rischi e delle dinamiche di composizione dei conflitti; allo stesso tempo hanno acuito l’impulso al sovranismo delle risposte, delle soluzioni nazionali e dell’ordine particolare in cui ci si riconosce. Se la politica si incaglia nella disamina dei torti e delle ragioni di questi due approcci, la filosofia morale può e deve permettersi di disincagliarla urlando quella domanda radicale sottesa ai torti e alle ragioni: a quali doveri bisogna rispondere con azioni condivise? Nella prima parte, il nostro contributo vuole leggere Nussbaum nei testi in cui ricapitola la tradizione cosmopolita (dallo stoicismo al liberalismo attuale, da Cicerone a Grozio e Adam Smith) con l’intento di riaffermarne la forza e l’importanza, ma, allo stesso tempo, di riconoscerne i limiti e le imperfezioni che rischiano di essere preponderanti negli scenari politici internazionali; nella seconda parte, la riflessione si sofferma sui testi di questi ultimi anni, in cui interpreta, invece, alcune delle tradizioni nazionaliste alla luce della loro capacità di coltivare emozioni politiche necessarie alla democrazia. Vogliamo soprattutto soffermarci sullo sforzo di abitare la dimensione dei doveri di giustizia e di dignità, che oggi può davvero cambiare la comprensione delle urgenze e degli sforzi improcrastinabili delle politiche pubbliche, siano esse delle piccole patrie come del grande mondo.

La politica dei doveri secondo Nussbaum. Una dialettica tra sovranismo e cosmopolitismo.

Fabrizia Abbate
2022-01-01

Abstract

L’etica del dovere fa ancora la differenza in politica? La lettura dei testi più recenti di Martha Nussbaum sembra suggerirci una risposta affermativa, non tanto nella chiave di una tradizione filosofico morale, quanto in quella di una risposta alla più stringente attualità. Le crisi politiche e sociali del mondo contemporaneo (e in queste possiamo già iscrivere quella pandemica da Covid che stiamo vivendo) hanno fatto emergere la dimensione globale degli interrogativi, dei rischi e delle dinamiche di composizione dei conflitti; allo stesso tempo hanno acuito l’impulso al sovranismo delle risposte, delle soluzioni nazionali e dell’ordine particolare in cui ci si riconosce. Se la politica si incaglia nella disamina dei torti e delle ragioni di questi due approcci, la filosofia morale può e deve permettersi di disincagliarla urlando quella domanda radicale sottesa ai torti e alle ragioni: a quali doveri bisogna rispondere con azioni condivise? Nella prima parte, il nostro contributo vuole leggere Nussbaum nei testi in cui ricapitola la tradizione cosmopolita (dallo stoicismo al liberalismo attuale, da Cicerone a Grozio e Adam Smith) con l’intento di riaffermarne la forza e l’importanza, ma, allo stesso tempo, di riconoscerne i limiti e le imperfezioni che rischiano di essere preponderanti negli scenari politici internazionali; nella seconda parte, la riflessione si sofferma sui testi di questi ultimi anni, in cui interpreta, invece, alcune delle tradizioni nazionaliste alla luce della loro capacità di coltivare emozioni politiche necessarie alla democrazia. Vogliamo soprattutto soffermarci sullo sforzo di abitare la dimensione dei doveri di giustizia e di dignità, che oggi può davvero cambiare la comprensione delle urgenze e degli sforzi improcrastinabili delle politiche pubbliche, siano esse delle piccole patrie come del grande mondo.
2022
978-88-9314-340-0
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