In questo lavoro intendo presentare le caratteristiche pragmatiche di un corpus di venti dialoghi elicitati con il metodo map-task in Sardegna, presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari, nel corso dell’anno accademico 2003-2004. Rispetto ai dialoghi elicitati con lo stesso metodo a Pisa, Napoli, Bari appartenenti al corpus AVIP/API, più tardi implementato anche dai dialoghi registrati a Vercelli, il corpus cagliaritano si caratterizza per una forte presenza di dinamiche di politeness al suo interno, assente nel resto del corpus AVIP/API così come dai dialoghi scozzesi registrati dallo HCRC di Edimburgo, probabilmente a causa del contesto ludico. Nel corpus cagliaritano il polite behaviour eccede di gran lunga il politic behaviour (nei termini di Watts 2003), cioè l’applicazione delle norme di politeness è sentita come più importante rispetto all’adempimento del compito assegnato dal gioco ed alle strategie di problem solving. Le strategie di politeness applicate più frequentemente appartengono alla positive politeness (evitamento del disaccordo, ricerca di accordo, presupporre conoscenze condivise, uso di group identity markers…); il follower, in particolare, evita qualsiasi potenziale minaccia della faccia al suo giver non interrompendolo mai e persino non comunicandogli la differenza di landmarks sulla sua mappa, pur di non contraddirlo o modificarne la strategia comunicativa. L’ovvia conseguenza sul gioco è che, se il follower non riesce ad orientarsi da solo, è costretto a dichiarare all’improvviso il suo fallimento obbligando il giver ad una transaction review (mentre in genere nel resto del corpus italiano la transaction review è sempre operata dal follower). Dal punto di vista della gestione dell’involvement va detto che i dialoghi sardi tendono ad essere poco coinvolti (sono tendenzialmente dialoghi brevi, sia rispetto alla durata complessiva che per numero di turni, hanno turni lunghi, il che indizia un basso tasso di sovrapposizioni e un ancora minore tasso di interruzioni, un pacing piuttosto lento ed un livello diafasico piuttosto formale) anche se non sempre il sistema spaziale presenta un ancoraggio deittico oggettivo, e capita spesso che vi siano delle transaction irrelevant con funzione narrativa concernenti il nome di uno specifico landmark. In alcuni casi, tuttavia, se tutte le componenti diafasiche conducono verso un’informalità dialogica, si ottengono dei dialoghi particolarmente lunghi e coinvolti (il dialogo più lungo dura 42’55’’, e si tratta del dialogo più lungo in tutto il corpus italiano) con un pacing veloce, molte sovrapposizioni cooperative, un registro molto informale pieno di termini dialettali o gergali.

Map-Task Sardo ed analisi Pragmatica

Castagneto, Marina
2008-01-01

Abstract

In questo lavoro intendo presentare le caratteristiche pragmatiche di un corpus di venti dialoghi elicitati con il metodo map-task in Sardegna, presso la Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Cagliari, nel corso dell’anno accademico 2003-2004. Rispetto ai dialoghi elicitati con lo stesso metodo a Pisa, Napoli, Bari appartenenti al corpus AVIP/API, più tardi implementato anche dai dialoghi registrati a Vercelli, il corpus cagliaritano si caratterizza per una forte presenza di dinamiche di politeness al suo interno, assente nel resto del corpus AVIP/API così come dai dialoghi scozzesi registrati dallo HCRC di Edimburgo, probabilmente a causa del contesto ludico. Nel corpus cagliaritano il polite behaviour eccede di gran lunga il politic behaviour (nei termini di Watts 2003), cioè l’applicazione delle norme di politeness è sentita come più importante rispetto all’adempimento del compito assegnato dal gioco ed alle strategie di problem solving. Le strategie di politeness applicate più frequentemente appartengono alla positive politeness (evitamento del disaccordo, ricerca di accordo, presupporre conoscenze condivise, uso di group identity markers…); il follower, in particolare, evita qualsiasi potenziale minaccia della faccia al suo giver non interrompendolo mai e persino non comunicandogli la differenza di landmarks sulla sua mappa, pur di non contraddirlo o modificarne la strategia comunicativa. L’ovvia conseguenza sul gioco è che, se il follower non riesce ad orientarsi da solo, è costretto a dichiarare all’improvviso il suo fallimento obbligando il giver ad una transaction review (mentre in genere nel resto del corpus italiano la transaction review è sempre operata dal follower). Dal punto di vista della gestione dell’involvement va detto che i dialoghi sardi tendono ad essere poco coinvolti (sono tendenzialmente dialoghi brevi, sia rispetto alla durata complessiva che per numero di turni, hanno turni lunghi, il che indizia un basso tasso di sovrapposizioni e un ancora minore tasso di interruzioni, un pacing piuttosto lento ed un livello diafasico piuttosto formale) anche se non sempre il sistema spaziale presenta un ancoraggio deittico oggettivo, e capita spesso che vi siano delle transaction irrelevant con funzione narrativa concernenti il nome di uno specifico landmark. In alcuni casi, tuttavia, se tutte le componenti diafasiche conducono verso un’informalità dialogica, si ottengono dei dialoghi particolarmente lunghi e coinvolti (il dialogo più lungo dura 42’55’’, e si tratta del dialogo più lungo in tutto il corpus italiano) con un pacing veloce, molte sovrapposizioni cooperative, un registro molto informale pieno di termini dialettali o gergali.
2008
9788820740221
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