La società attuale è caratterizzata dalla compressione spazio – temporale e dall’estensione delle relazioni sociali on line, ambiente virtuale quest’ultimo pensato e vissuto come forma aggregante non solo completa e organizzata, ma anche e soprattutto coesistente alla vita agita nella realtà. (Nello specifico, l’era dell’ICT si caratterizza per una crescente fusione fra tecnologia e informazione almeno su tre livelli: 1) aumento dei flussi di informazione; 2) evoluzione del concetto di economia globale; 3) crescente diffusione di internet (Marotta, 2007). Viviamo, come direbbe McLuhan, in un villaggio globale, nel quale si individua un predominio della dimensione virtuale in tutti gli altri ambiti di vita, predominio che si manifesta e concretizza appunto nella diffusione dell’informazione, della tecnologia, dei linguaggi e nel profondo cambiamento degli stili e dei comportamenti di vita (McLuhan, 1974). Infatti, i processi di identità che prima si realizzavano sulla base dell’appartenenza a precise categorie sociali attualmente si realizzano sulla base della condivisione delle informazioni e dei modelli trasmessi e condivisi in internet. L’homo globalis, così come viene definito da Strenger, diviene soggetto – protagonista dello scambio globale nella rete nella quale il soggetto viene chiamato continuamente a relazionarsi con gli altri, diventando però egli stesso merce di tale mondo artificiale. Soprattutto le nuove generazioni (cosiddetti “nativi digitali”) che nascono e crescono in corrispondenza della diffusione delle nuove tecnologie informatiche, sono i protagonisti di tale processo. L’adesione ad internet, in realtà, permette loro di vivere una connessione virtuale non più pensata come sforzo costruito sulla base di nuove norme ma piuttosto pensato come prolungamento della naturale vita sociale (Strenger, 2011). Infatti, accade che “nella socetà dell’informazione, ogni individuo è sottoposto, più o meno volontariamente, ad una costante ed invisibile forza ipersocializzante”(Marotta, 2007, p. 5). In un contesto così delineato, data come abbiamo visto la rottura sociale ed identitaria del soggetto e lo sviluppo dell’ICT, si pongono in essere nuovi atti criminali che prima venivano soltanto commessi nella realtà empirica. Fra questi il cyberbullismo. Non a caso, se la comunicazione e l’informazione di tipo “arcaico”, propri della società di massa, imponevano un controllo all’origine e quindi risultava più facile indagare fenomeni di devianza, nella società globale al contrario, il controllo diviene postumo, destabilizzante e seppur capillare, meno prevedibile, quantificabile e direzionabile (Rufino, 2000, p. 16). All’interno di tale sistema entrano, dunque, in crisi valori individuali, norme e strutture tradizionali di riferimento. Non solo l’individuo e la famiglia ma anche strutture governative e società private, sono interessate da queste nuove forme di criminalità tanto che si rendere necessario concentrare gli sforzi politici sull’information security e sulla tutela della privacy informatica, campo quest’ultimo che contempla anche la sicurezza dei dati personali soprattutto per i soggetti di minor età. La Marotta sottolinea che, in generale, il successo della rete è dovuto a diversi fattori interdipendenti, fra questi: la gestione interattiva dei contenuti organizzati ed universali; la costruzione di una memoria a contenuti subito accessibili; la dimensione interattiva e socializzante delle comunità virtuali (Marotta, 2007, pp. 18 – 20).

“Cyberbullismo: patologia sociale off o nichilismo on line? Nuove prospettive integrate della devianza emozionale anche alla luce della responsabilità e del controllo adottato dalla Pubblica Amministrazione”

D'AMBROSIO M
2016-01-01

Abstract

La società attuale è caratterizzata dalla compressione spazio – temporale e dall’estensione delle relazioni sociali on line, ambiente virtuale quest’ultimo pensato e vissuto come forma aggregante non solo completa e organizzata, ma anche e soprattutto coesistente alla vita agita nella realtà. (Nello specifico, l’era dell’ICT si caratterizza per una crescente fusione fra tecnologia e informazione almeno su tre livelli: 1) aumento dei flussi di informazione; 2) evoluzione del concetto di economia globale; 3) crescente diffusione di internet (Marotta, 2007). Viviamo, come direbbe McLuhan, in un villaggio globale, nel quale si individua un predominio della dimensione virtuale in tutti gli altri ambiti di vita, predominio che si manifesta e concretizza appunto nella diffusione dell’informazione, della tecnologia, dei linguaggi e nel profondo cambiamento degli stili e dei comportamenti di vita (McLuhan, 1974). Infatti, i processi di identità che prima si realizzavano sulla base dell’appartenenza a precise categorie sociali attualmente si realizzano sulla base della condivisione delle informazioni e dei modelli trasmessi e condivisi in internet. L’homo globalis, così come viene definito da Strenger, diviene soggetto – protagonista dello scambio globale nella rete nella quale il soggetto viene chiamato continuamente a relazionarsi con gli altri, diventando però egli stesso merce di tale mondo artificiale. Soprattutto le nuove generazioni (cosiddetti “nativi digitali”) che nascono e crescono in corrispondenza della diffusione delle nuove tecnologie informatiche, sono i protagonisti di tale processo. L’adesione ad internet, in realtà, permette loro di vivere una connessione virtuale non più pensata come sforzo costruito sulla base di nuove norme ma piuttosto pensato come prolungamento della naturale vita sociale (Strenger, 2011). Infatti, accade che “nella socetà dell’informazione, ogni individuo è sottoposto, più o meno volontariamente, ad una costante ed invisibile forza ipersocializzante”(Marotta, 2007, p. 5). In un contesto così delineato, data come abbiamo visto la rottura sociale ed identitaria del soggetto e lo sviluppo dell’ICT, si pongono in essere nuovi atti criminali che prima venivano soltanto commessi nella realtà empirica. Fra questi il cyberbullismo. Non a caso, se la comunicazione e l’informazione di tipo “arcaico”, propri della società di massa, imponevano un controllo all’origine e quindi risultava più facile indagare fenomeni di devianza, nella società globale al contrario, il controllo diviene postumo, destabilizzante e seppur capillare, meno prevedibile, quantificabile e direzionabile (Rufino, 2000, p. 16). All’interno di tale sistema entrano, dunque, in crisi valori individuali, norme e strutture tradizionali di riferimento. Non solo l’individuo e la famiglia ma anche strutture governative e società private, sono interessate da queste nuove forme di criminalità tanto che si rendere necessario concentrare gli sforzi politici sull’information security e sulla tutela della privacy informatica, campo quest’ultimo che contempla anche la sicurezza dei dati personali soprattutto per i soggetti di minor età. La Marotta sottolinea che, in generale, il successo della rete è dovuto a diversi fattori interdipendenti, fra questi: la gestione interattiva dei contenuti organizzati ed universali; la costruzione di una memoria a contenuti subito accessibili; la dimensione interattiva e socializzante delle comunità virtuali (Marotta, 2007, pp. 18 – 20).
2016
978-88-6342-908-4
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/102606
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