Il contributo pone l’attenzione sulle pratiche volontarie di pianificazione e programmazione territoriale incentrate su risorse condivise. La tesi sostenuta è che i soggetti in esse interagenti abbiano il potenziale per tessere una trama di relazioni, multilivello e interscalari, alternativa o complementare alle forme tradizionali di governo del territorio. Le suddette pratiche solitamente si basano sulla partecipazione di una pluralità di attori, riferibili non solo ad enti locali o altri enti pubblici e semi-pubblici ma anche a soggetti socioeconomici auto-organizzati e/o a rappresentatività settoriali o di cittadinanza attiva. Il contributo illustra in particolare due casi (un patto di paesaggio e un contratto di fiume in aree “fragili”) nei quali sembra dimostrata l’efficacia di forme di programmazione, pianificazione e gestione territoriale affidate ad un insieme di attori (auto-)selezionati sulla base della condivisione di risorse comuni, capaci anche, in virtù di tale condivisione, di superare una visione territoriale conchiusa all’interno di meri limiti amministrativi. La comparazione dei casi, rappresentativi di diverse forme di governance territoriale, è finalizzata all’estrapolazione di elementi comuni e di rilevante interesse per la riproducibilità delle esperienze, con particolare riferimento alle relazioni fra “volontarietà” delle forme programmatico-pianificatorie e “comunanza” delle risorse.
L’autoresponsabilità della governance: forme volontarie di pianificazione e programmazione territoriale
Giovanni Ottaviano;Luciano De Bonis
2021-01-01
Abstract
Il contributo pone l’attenzione sulle pratiche volontarie di pianificazione e programmazione territoriale incentrate su risorse condivise. La tesi sostenuta è che i soggetti in esse interagenti abbiano il potenziale per tessere una trama di relazioni, multilivello e interscalari, alternativa o complementare alle forme tradizionali di governo del territorio. Le suddette pratiche solitamente si basano sulla partecipazione di una pluralità di attori, riferibili non solo ad enti locali o altri enti pubblici e semi-pubblici ma anche a soggetti socioeconomici auto-organizzati e/o a rappresentatività settoriali o di cittadinanza attiva. Il contributo illustra in particolare due casi (un patto di paesaggio e un contratto di fiume in aree “fragili”) nei quali sembra dimostrata l’efficacia di forme di programmazione, pianificazione e gestione territoriale affidate ad un insieme di attori (auto-)selezionati sulla base della condivisione di risorse comuni, capaci anche, in virtù di tale condivisione, di superare una visione territoriale conchiusa all’interno di meri limiti amministrativi. La comparazione dei casi, rappresentativi di diverse forme di governance territoriale, è finalizzata all’estrapolazione di elementi comuni e di rilevante interesse per la riproducibilità delle esperienze, con particolare riferimento alle relazioni fra “volontarietà” delle forme programmatico-pianificatorie e “comunanza” delle risorse.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.