L’obiettivo del paper è quello di analizzare il ruolo rivestito dalla donna nelle comunità locali di alcuni Paesi africani, al fine di operare una comparazione con la posizione rivestita dal “gentil sesso” all’interno delle proprietà collettive italiane. In primo luogo, lo studio si concentra sulla individuazione delle cause che, nel Continente africano, hanno portato alla limitazione dei diritti delle donne in ordine alla rivendicazione della proprietà terriera; cause che sono state individuate nella operatività del sistema familiare patrilineare, nella presenza della cultura indigena, nonché nella peculiare concezione del diritto di proprietà, ravvisabile in una buona parte delle comunità rurali dell’Africa sub-sahariana. In secondo luogo l’articolo analizza qual è posizione delle donne nelle proprietà collettive italiane (Regole, Partecipanze, Università agrarie), nonché all’interno di un particolare istituto giuridico, vale a dire il maso chiuso tirolese. Lo studio mette in luce come la disciplina di taluni domini collettivi risulti ‘svantaggiosa’ per le donne, soprattutto per quanto concerne la legittimazione a trasmettere il diritto a far parte della comunità. L’analisi di una recente sentenza con la quale la Corte costituzionale si è pronunciata in favore della illegittimità costituzionale della disciplina che, in ordine alla successione del maso chiuso, attribuiva una preferenza alle persone di sesso maschile, rafforza la tesi che considera i tempi maturi per una modifica di quelle disposizioni giuridiche, rinvenibili in taluni assetti fondiari collettivi, che hanno determinato una sorta di disparità di genere.

Il ruolo della donna negli assetti fondiari collettivi: dalla separazione all’integrazione

Fontanarosa Fiore
2020-01-01

Abstract

L’obiettivo del paper è quello di analizzare il ruolo rivestito dalla donna nelle comunità locali di alcuni Paesi africani, al fine di operare una comparazione con la posizione rivestita dal “gentil sesso” all’interno delle proprietà collettive italiane. In primo luogo, lo studio si concentra sulla individuazione delle cause che, nel Continente africano, hanno portato alla limitazione dei diritti delle donne in ordine alla rivendicazione della proprietà terriera; cause che sono state individuate nella operatività del sistema familiare patrilineare, nella presenza della cultura indigena, nonché nella peculiare concezione del diritto di proprietà, ravvisabile in una buona parte delle comunità rurali dell’Africa sub-sahariana. In secondo luogo l’articolo analizza qual è posizione delle donne nelle proprietà collettive italiane (Regole, Partecipanze, Università agrarie), nonché all’interno di un particolare istituto giuridico, vale a dire il maso chiuso tirolese. Lo studio mette in luce come la disciplina di taluni domini collettivi risulti ‘svantaggiosa’ per le donne, soprattutto per quanto concerne la legittimazione a trasmettere il diritto a far parte della comunità. L’analisi di una recente sentenza con la quale la Corte costituzionale si è pronunciata in favore della illegittimità costituzionale della disciplina che, in ordine alla successione del maso chiuso, attribuiva una preferenza alle persone di sesso maschile, rafforza la tesi che considera i tempi maturi per una modifica di quelle disposizioni giuridiche, rinvenibili in taluni assetti fondiari collettivi, che hanno determinato una sorta di disparità di genere.
2020
9788828823971
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/99044
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