Il Seicento è un secolo connotato dalla profonda rivoluzione del pensiero filosofico scaturita dalle scoperte galileiane, importante segno del radicale mutamento che induce a una totale revisione delle conoscenze, delle tecnologie e delle metodologie analitiche fino ad allora diffuse. La portata di tali novità ebbe forte un impatto sull'immaginario degli artisti attivi all'epoca tra Roma, Firenze e Napoli, che nelle loro opere, sebbene con linguaggi, stili ed esiti differenti, riflettono il significativo momento di passaggio, l'entusiasmo e al contempo la fragilità che ne derivava. l contributo individua nella pittura di paesaggio di metà Seicento un esplicito e diretto richiamo alla nuova visione che della natura e del mondo fisico si afferma in quegli anni, in particolare alle teorie elaborate da Athanasius Kircher, figura chiave della Roma barocca, espressione della cultura scientifica, filosofica e antiquaria del tempo. Le teorie del gesuita - abbondantemente illustrate - svolsero un fondamentale ruolo nell'evoluzione del genere paesaggistico, come conferma il confronto tra le opere a stampa, il carteggio e i paesaggi con eremiti di Salvator Rosa e Gaspard Dughet, frutto di quella medesima visione e di una tendenza filosofica che trova ampio riscontro nei gusti delle famiglie Chigi, Colonna, Pamphilj e Barberini. La rappresentazione della solitudine e della contemplazione di una natura per molti versi incognita, rivelano il richiamo a una sensibilità tutta nordica verso il paesaggio e alle iconografie cinquecentesche e primo seicentesche degli artisti fiamminghi e tedeschi.

I filosofi della natura. Gli eremiti nei dipinti di Salvator Rosa e Gaspard Dughet

Fiore C.
2017-01-01

Abstract

Il Seicento è un secolo connotato dalla profonda rivoluzione del pensiero filosofico scaturita dalle scoperte galileiane, importante segno del radicale mutamento che induce a una totale revisione delle conoscenze, delle tecnologie e delle metodologie analitiche fino ad allora diffuse. La portata di tali novità ebbe forte un impatto sull'immaginario degli artisti attivi all'epoca tra Roma, Firenze e Napoli, che nelle loro opere, sebbene con linguaggi, stili ed esiti differenti, riflettono il significativo momento di passaggio, l'entusiasmo e al contempo la fragilità che ne derivava. l contributo individua nella pittura di paesaggio di metà Seicento un esplicito e diretto richiamo alla nuova visione che della natura e del mondo fisico si afferma in quegli anni, in particolare alle teorie elaborate da Athanasius Kircher, figura chiave della Roma barocca, espressione della cultura scientifica, filosofica e antiquaria del tempo. Le teorie del gesuita - abbondantemente illustrate - svolsero un fondamentale ruolo nell'evoluzione del genere paesaggistico, come conferma il confronto tra le opere a stampa, il carteggio e i paesaggi con eremiti di Salvator Rosa e Gaspard Dughet, frutto di quella medesima visione e di una tendenza filosofica che trova ampio riscontro nei gusti delle famiglie Chigi, Colonna, Pamphilj e Barberini. La rappresentazione della solitudine e della contemplazione di una natura per molti versi incognita, rivelano il richiamo a una sensibilità tutta nordica verso il paesaggio e alle iconografie cinquecentesche e primo seicentesche degli artisti fiamminghi e tedeschi.
2017
978-88-7575-281-1
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