Il paradigma dominante nella considerazione dei rapporti tra ricerca e “società” è tuttora basato sull’idea del “trasferimento tecnologico”, ovverosia su una relazione di tipo lineare tra attività di ricerca e altre attività socio-economiche, che chiaramente subordina (e pospone) le seconde alle prime. L’enfasi attuale sulla “società della conoscenza”, e sull’importanza della conoscenza per la competitività, non ha intaccato tale impostazione finalistica e linearistica, ma anzi tende a potenziarla. Né tantomeno tende a scomparire, ma anzi emerge con sempre maggiore forza nel contesto delle politiche europee, la ulteriore subordinazione alla competitività economica di qualsiasi altra istanza sociale, culturale e territoriale, secondo una logica ancora marcatamente linearistica, che peraltro la ricerca territoriale italiana non aveva mancato di disvelare già alcuni decenni orsono con riferimento alle politiche di sviluppo nazionali, e che d’altra parte non perderebbe tale carattere a parti rovesciate, ovverosia ad esigenze di competitività subordinate anziché subordinanti. Nello stesso contesto, per la precisione nell’ambito delle politiche regionali europee, la “dimensione territoriale” viene chiaramente identificata come il luogo di naturale convergenza di competitività e ICT. Ed è proprio in alcuni ambiti di ricerca legati alle ICT che tende finalmente ad emergere una diversa concezione, come del resto sarebbe da aspettarsi in misura ben maggiore considerato il retaggio di tali tecnologie, che rimonta spesso alla cosiddetta “seconda cibernetica” e alla teoria della complessità. La concezione emergente si distacca, anche se spesso implicitamente, dal paradigma lineare del trasferimento tecnologico in direzione di forme di innovazione sì intensamente “knowledge&research-based”, ma altrettanto fortemente ancorate, nel loro stesso processo generativo e germinativo, ai contesti territoriali di riferimento e ai feedback da essi rivenienti. Il paper proposto sostiene la tesi che la naturale convergenza di competitività e ICT in campo territoriale – o nella cosiddetta “dimensione territoriale” – non può che basarsi su tale concezione emergente, e quindi sull’abbandono del paradigma linearistico del trasferimento tecnologico e di quello finalistico della competitività subordinante (non si vive per competere ma, parafrasando G. Bateson, si vive e si compete). La prospettiva di lavoro indicata riguarda lo sviluppo e/o l’utilizzo in campo territoriale di applicazioni ICT fortemente innovative – nel senso emergente sopra citato – con particolare riferimento a processi di e-government/e-governance territoriale multilivello.

Dal trasferimento alla retroazione tecnologica

DE BONIS, Luciano
2010-01-01

Abstract

Il paradigma dominante nella considerazione dei rapporti tra ricerca e “società” è tuttora basato sull’idea del “trasferimento tecnologico”, ovverosia su una relazione di tipo lineare tra attività di ricerca e altre attività socio-economiche, che chiaramente subordina (e pospone) le seconde alle prime. L’enfasi attuale sulla “società della conoscenza”, e sull’importanza della conoscenza per la competitività, non ha intaccato tale impostazione finalistica e linearistica, ma anzi tende a potenziarla. Né tantomeno tende a scomparire, ma anzi emerge con sempre maggiore forza nel contesto delle politiche europee, la ulteriore subordinazione alla competitività economica di qualsiasi altra istanza sociale, culturale e territoriale, secondo una logica ancora marcatamente linearistica, che peraltro la ricerca territoriale italiana non aveva mancato di disvelare già alcuni decenni orsono con riferimento alle politiche di sviluppo nazionali, e che d’altra parte non perderebbe tale carattere a parti rovesciate, ovverosia ad esigenze di competitività subordinate anziché subordinanti. Nello stesso contesto, per la precisione nell’ambito delle politiche regionali europee, la “dimensione territoriale” viene chiaramente identificata come il luogo di naturale convergenza di competitività e ICT. Ed è proprio in alcuni ambiti di ricerca legati alle ICT che tende finalmente ad emergere una diversa concezione, come del resto sarebbe da aspettarsi in misura ben maggiore considerato il retaggio di tali tecnologie, che rimonta spesso alla cosiddetta “seconda cibernetica” e alla teoria della complessità. La concezione emergente si distacca, anche se spesso implicitamente, dal paradigma lineare del trasferimento tecnologico in direzione di forme di innovazione sì intensamente “knowledge&research-based”, ma altrettanto fortemente ancorate, nel loro stesso processo generativo e germinativo, ai contesti territoriali di riferimento e ai feedback da essi rivenienti. Il paper proposto sostiene la tesi che la naturale convergenza di competitività e ICT in campo territoriale – o nella cosiddetta “dimensione territoriale” – non può che basarsi su tale concezione emergente, e quindi sull’abbandono del paradigma linearistico del trasferimento tecnologico e di quello finalistico della competitività subordinante (non si vive per competere ma, parafrasando G. Bateson, si vive e si compete). La prospettiva di lavoro indicata riguarda lo sviluppo e/o l’utilizzo in campo territoriale di applicazioni ICT fortemente innovative – nel senso emergente sopra citato – con particolare riferimento a processi di e-government/e-governance territoriale multilivello.
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