Il saggio affronta il tema dell’emersione di una super-società di fatto, tra società di capitali laddove queste ultime vengano utilizzate come meri strumenti di persone fisiche per la gestione di una impresa unitaria mediante l’abuso della persona giuridica delle società. Lo scritto evidenzia che l’art. 147, comma 1, l. fall., non consente comunque di arrivare in via ascendente dalla società di capitali fallita (utilizzata come veicolo strumentale) alla società di fatto (od occulta) holding, ma viceversa esige, come emerge dallo stesso art. 147 l. fall., la previa dichiarazione di insolvenza della società di persone, anche se di fatto (od occulta), per produrre poi in via discendente il fallimento in estensione della (o delle) società di capitali in successione almeno logica (anche se non cronologica laddove siano contestuali). Nè a questo fine è ipotizzabile un fallimento virtuale prima di una sua effettiva dichiarazione o comunque un accertamento meramente incidentale di una supersocietà di fatto come presupposto per la richiesta di estensione del fallimento ai soci, considerato il carattere costitutivo della sentenza di fallimento che ha efficacia erga omnes ed ex nunc. Dunque ove si configuri una società sottostante all’attività d’impresa apparsa in un primo momento come gestita da un unico titolare, l’estensione del fallimento dovrà necessariamente passare attraverso il fallimento della società (di fatto od occulta) e solo come effetto di quest’ultimo potrà essere estesa ai soci illimitatamente responsabili non falliti, anche non persone fisiche

Il fallimento della supersocietà di fatto

FIMMANO', Francesco
2009-01-01

Abstract

Il saggio affronta il tema dell’emersione di una super-società di fatto, tra società di capitali laddove queste ultime vengano utilizzate come meri strumenti di persone fisiche per la gestione di una impresa unitaria mediante l’abuso della persona giuridica delle società. Lo scritto evidenzia che l’art. 147, comma 1, l. fall., non consente comunque di arrivare in via ascendente dalla società di capitali fallita (utilizzata come veicolo strumentale) alla società di fatto (od occulta) holding, ma viceversa esige, come emerge dallo stesso art. 147 l. fall., la previa dichiarazione di insolvenza della società di persone, anche se di fatto (od occulta), per produrre poi in via discendente il fallimento in estensione della (o delle) società di capitali in successione almeno logica (anche se non cronologica laddove siano contestuali). Nè a questo fine è ipotizzabile un fallimento virtuale prima di una sua effettiva dichiarazione o comunque un accertamento meramente incidentale di una supersocietà di fatto come presupposto per la richiesta di estensione del fallimento ai soci, considerato il carattere costitutivo della sentenza di fallimento che ha efficacia erga omnes ed ex nunc. Dunque ove si configuri una società sottostante all’attività d’impresa apparsa in un primo momento come gestita da un unico titolare, l’estensione del fallimento dovrà necessariamente passare attraverso il fallimento della società (di fatto od occulta) e solo come effetto di quest’ultimo potrà essere estesa ai soci illimitatamente responsabili non falliti, anche non persone fisiche
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