Lo scritto affronta il tema dei gap di informazione e controllo nei crac Cirio e Parmalat sia dal punto di vista ricostruttivo che propositivo in ordine agli interventi da realizzare. La caratteristica fondamentale del mercato finanziario è, infatti, quella di avere ad oggetto ricchezza virtuale: quando si offre al pubblico un prodotto finanziario si offre sostanzialmente l’informazione di una ricchezza. Sul contenuto, sulla qualità e sul tempo di questa informazione e sulla efficienza e sulla efficacia del sistema dei controlli devono fondarsi le scelte di un legislatore che voglia effettivamente garantire l’allocazione ottimale delle risorse nel mercato favorendo l’attrazione delle stesse. Tali scelte devono tener conto delle specificità dell’ordinamento italiano che è fortemente caratterizzato da un sistema di capitalismo familiare fatto di piccole e medie imprese, ove la regolamentazione deve rimanere prevalentemente pubblica, a differenza di altre realtà ove l’accentuazione del ruolo dell’autonomia e dell’autoregolamentazione trova la sua ratio nella centralità dei mercati, che in Italia hanno purtroppo ancora un ruolo marginale. Anche la riforma del diritto delle società, pervasa dall’esigenza di costruire le norme secondo un metodo economico sulla scorta delle esperienze e delle influenze di paesi dominanti, è per alcuni versi sganciata dal contesto di riferimento. Introdurre vantaggi competitivi e comparativi, in relazione al finanziamento delle imprese in funzione della loro maggiore competitività nel mercato globale, in un quadro di concorrenza tra ordinamenti, vuol dire non solo introdurre istituti innovativi in astratto, ma garantirne la funzionalità in concreto. Le vicende di clamorosi disssesti, prima americani e poi europei, hanno dimostrato che la vera partita non si gioca solo sul piano degli strumenti, ma sulla capacità dell’armamentario pluralista di attrarre risorse nel tempo; considerato che le risorse si sono allontanate dalle imprese sotto i colpi della sfiducia

I gap di informazione e controllo nei crac Cirio e Parmalat e le prospettive di riforma

FIMMANO', Francesco
2004-01-01

Abstract

Lo scritto affronta il tema dei gap di informazione e controllo nei crac Cirio e Parmalat sia dal punto di vista ricostruttivo che propositivo in ordine agli interventi da realizzare. La caratteristica fondamentale del mercato finanziario è, infatti, quella di avere ad oggetto ricchezza virtuale: quando si offre al pubblico un prodotto finanziario si offre sostanzialmente l’informazione di una ricchezza. Sul contenuto, sulla qualità e sul tempo di questa informazione e sulla efficienza e sulla efficacia del sistema dei controlli devono fondarsi le scelte di un legislatore che voglia effettivamente garantire l’allocazione ottimale delle risorse nel mercato favorendo l’attrazione delle stesse. Tali scelte devono tener conto delle specificità dell’ordinamento italiano che è fortemente caratterizzato da un sistema di capitalismo familiare fatto di piccole e medie imprese, ove la regolamentazione deve rimanere prevalentemente pubblica, a differenza di altre realtà ove l’accentuazione del ruolo dell’autonomia e dell’autoregolamentazione trova la sua ratio nella centralità dei mercati, che in Italia hanno purtroppo ancora un ruolo marginale. Anche la riforma del diritto delle società, pervasa dall’esigenza di costruire le norme secondo un metodo economico sulla scorta delle esperienze e delle influenze di paesi dominanti, è per alcuni versi sganciata dal contesto di riferimento. Introdurre vantaggi competitivi e comparativi, in relazione al finanziamento delle imprese in funzione della loro maggiore competitività nel mercato globale, in un quadro di concorrenza tra ordinamenti, vuol dire non solo introdurre istituti innovativi in astratto, ma garantirne la funzionalità in concreto. Le vicende di clamorosi disssesti, prima americani e poi europei, hanno dimostrato che la vera partita non si gioca solo sul piano degli strumenti, ma sulla capacità dell’armamentario pluralista di attrarre risorse nel tempo; considerato che le risorse si sono allontanate dalle imprese sotto i colpi della sfiducia
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