Negli anni del boom economico, la nuova realtà produttiva, che ha profondamente modificato la vita della società italiana condizionando a partire dagli anni Cinquanta gli usi e i costumi della quotidianità, ha trovato nella disciplina del design una delle manifestazioni più evidenti. Come nel Rinascimento, grazie alle nuove teorie architettoniche che si richiamavano al modello classico (vitruviano), si era formata e aveva conquistato la propria individualità la lingua speciale dell’architettura, così nel pieno Novecento la lingua del design si è specializzata e si è emancipata, facendo proprio il lessico dei settori che la compongono: la progettazione, la produzione, la promozione pubblicitaria. Negli anni Cinquanta in Italia si è diffusa e si è consolidata la scrittura del e sul design. Con la definizione di “stile industriale” è comparsa anche una ricca letteratura assieme tecnica e critica, che si caratterizzava per una lingua speciale disposta su più livelli stilistici, corrispondenti alla natura unitamente teorica e pratica della disciplina del design. La lingua italiana d’uso ha assorbito il linguaggio dell’industrializzazione, i suoi tecnicismi. Numerosi termini tecnici sono entrati nella lingua comune grazie a questa nuova disciplina che congiungeva la produzione in serie e l’arte (e le sue lingue settoriali), rendendo l’espressione artistica parte della quotidianità. E al significato che il fenomeno del design ha assunto nella società italiana degli ultimi decenni, condizionando i bisogni e i gusti, si possono attribuire alcuni nuovi fatti linguistici dell’italiano contemporaneo, visibili nel lessico e in alcune soluzioni sintattiche e testuali, che in parte distinguono la lingua del design da altri linguaggi settoriali.

Il design italiano. L'italiano del design

Siekiera, Anna
;
2017-01-01

Abstract

Negli anni del boom economico, la nuova realtà produttiva, che ha profondamente modificato la vita della società italiana condizionando a partire dagli anni Cinquanta gli usi e i costumi della quotidianità, ha trovato nella disciplina del design una delle manifestazioni più evidenti. Come nel Rinascimento, grazie alle nuove teorie architettoniche che si richiamavano al modello classico (vitruviano), si era formata e aveva conquistato la propria individualità la lingua speciale dell’architettura, così nel pieno Novecento la lingua del design si è specializzata e si è emancipata, facendo proprio il lessico dei settori che la compongono: la progettazione, la produzione, la promozione pubblicitaria. Negli anni Cinquanta in Italia si è diffusa e si è consolidata la scrittura del e sul design. Con la definizione di “stile industriale” è comparsa anche una ricca letteratura assieme tecnica e critica, che si caratterizzava per una lingua speciale disposta su più livelli stilistici, corrispondenti alla natura unitamente teorica e pratica della disciplina del design. La lingua italiana d’uso ha assorbito il linguaggio dell’industrializzazione, i suoi tecnicismi. Numerosi termini tecnici sono entrati nella lingua comune grazie a questa nuova disciplina che congiungeva la produzione in serie e l’arte (e le sue lingue settoriali), rendendo l’espressione artistica parte della quotidianità. E al significato che il fenomeno del design ha assunto nella società italiana degli ultimi decenni, condizionando i bisogni e i gusti, si possono attribuire alcuni nuovi fatti linguistici dell’italiano contemporaneo, visibili nel lessico e in alcune soluzioni sintattiche e testuali, che in parte distinguono la lingua del design da altri linguaggi settoriali.
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