L’obiettivo di questo lavoro è quello di tracciare un primo profilo della biografia politica di Traiano Boccalini, un intellettuale e funzionario pontificio che visse nella penisola italiana tra Cinque e Seicento. Il suo nome è noto agli storici della letteratura e del pensiero politico grazie alle sue opere maggiori, i Ragguagli di Parnaso ( 1612-1613), la Pietra del paragone politico (1614) e le Osservazioni sopra gli Annali, le Istorie e la Vita di Giulio Agricola di Cornelio Tacito, dove mise sotto accusa il dominio tirannico instaurato dalla monarchia spagnola in Italia a partire dalla pace di Cateau-cambrésis del 1554. I Ragguagli e la Pietra s’inscrivono nel genere della letteratura parnassica, caratterizzato dal ricorso continuo all’allegoria e alla satira, che fiorì nel XVI secolo con Filippo Oriolo da Bassano e giunse ad una prima definizione stilistica con gli Avvisi di Parnaso (1582) di Cesare Caporali. Le Osservazioni sopra Cornelio Tacito, pubblicate postume per la prima volta nel 1677, appartengono alla tradizione del “Tacitismo” che conobbe un’intensa diffusione nel periodo della Controriforma registrando l’adesione di numerosi scrittori e segretari di governo interessati ad indagare il rapporto tra politica e morale nell’esercizio della sovranità. La ricostruzione prende avvio dalla formazione universitaria per procedere nell’analisi degli incarichi governativi esercitati da Boccalini negli anni passati al servizio di importanti porporati romani durante i due pontificati di Clemente VIII e Paolo V. Alcune informazioni biografiche incontrate nella lettura delle Osservazioni hanno permesso di individuare delle intersezioni tra vita attiva e contemplativa a partire dalle quali si è focalizzata l’evoluzione di parte della sua riflessione politica rispetto alla prassi di governo. La lettura congiunta dei suoi scritti ha permesso di individuare parte delle convinzioni celate dietro la strategia di dissimulazione che mise in atto per sfuggire ai rigori della censura e dell’Inquisizione romana. Boccalini scelse di indossare la maschera del “menante”, l’antesignano del moderno giornalista, per schernire e satireggiate in brevi ragguagli personaggi noti della vita pubblica europea come per analizzare gli effetti delle loro azioni nel contesto dell’espansione imperiale della monarchia spagnola e dell’affermazione del suo potere tirannico sulla penisola. Il ritrovamento di alcuni documenti inquisitoriali che riguardano le procedure avviate dal Sant’Uffizio nei confronti di Boccalini hanno permesso di evidenziare i sospetti della curia romana, dove il partito spagnolo godeva di un forte ascendente politico, sui pericolosi contenuti della sua critica. L’obiettivo della sua riflessione storica consisteva nello svelare gli arcana imperii dell’assolutismo monarchico di Filippo II che si distinse per un uso politico della religione e dell’Inquisizione per inibire, oppure reprimere, ogni dissidenza verso il potere costituito. La formazione giuridica di Boccalini e la sua costante attrazione per la cultura umanistica gli permisero di ricorrere a fonti eterogenee sia antiche sia moderne per indagare il problema statuale che si impose nella riflessione politica e giuridica a partire dalla comparsa in Europa, dopo la cesura aperta dalla predicazione luterana, del pluralismo confessionale e politico. Boccalini nelle sue opere avrebbe dedicato un’attenzione particolare al momento ermeneutico scegliendo tra gli scrittori antichi Luciano da Samosata, Erodoto, Tucidide e alcuni loro interpreti rinascimentali, come Francesco Guicciardini, per elaborare un metodo storico personale con cui analizzare le trasformazioni prodotte con l’imposizione di un nuovo principio d’obbedienza politica. L’uso arguto della satira e i contenuti aspri della critica antitirannica e filo-repubblicana di Boccalini avrebbero riscosso un notevole successo nell’Europa barocca. Il suo metodo avrebbe influenzato gli stessi scrittori italiani contribuendo alla diffusione nella penisola di una leyenda negra della dominazione spagnola.

La formazione culturale e le radici classiche di un intellettuale della Controriforma: Traiano Boccalini

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2011-02-03

Abstract

L’obiettivo di questo lavoro è quello di tracciare un primo profilo della biografia politica di Traiano Boccalini, un intellettuale e funzionario pontificio che visse nella penisola italiana tra Cinque e Seicento. Il suo nome è noto agli storici della letteratura e del pensiero politico grazie alle sue opere maggiori, i Ragguagli di Parnaso ( 1612-1613), la Pietra del paragone politico (1614) e le Osservazioni sopra gli Annali, le Istorie e la Vita di Giulio Agricola di Cornelio Tacito, dove mise sotto accusa il dominio tirannico instaurato dalla monarchia spagnola in Italia a partire dalla pace di Cateau-cambrésis del 1554. I Ragguagli e la Pietra s’inscrivono nel genere della letteratura parnassica, caratterizzato dal ricorso continuo all’allegoria e alla satira, che fiorì nel XVI secolo con Filippo Oriolo da Bassano e giunse ad una prima definizione stilistica con gli Avvisi di Parnaso (1582) di Cesare Caporali. Le Osservazioni sopra Cornelio Tacito, pubblicate postume per la prima volta nel 1677, appartengono alla tradizione del “Tacitismo” che conobbe un’intensa diffusione nel periodo della Controriforma registrando l’adesione di numerosi scrittori e segretari di governo interessati ad indagare il rapporto tra politica e morale nell’esercizio della sovranità. La ricostruzione prende avvio dalla formazione universitaria per procedere nell’analisi degli incarichi governativi esercitati da Boccalini negli anni passati al servizio di importanti porporati romani durante i due pontificati di Clemente VIII e Paolo V. Alcune informazioni biografiche incontrate nella lettura delle Osservazioni hanno permesso di individuare delle intersezioni tra vita attiva e contemplativa a partire dalle quali si è focalizzata l’evoluzione di parte della sua riflessione politica rispetto alla prassi di governo. La lettura congiunta dei suoi scritti ha permesso di individuare parte delle convinzioni celate dietro la strategia di dissimulazione che mise in atto per sfuggire ai rigori della censura e dell’Inquisizione romana. Boccalini scelse di indossare la maschera del “menante”, l’antesignano del moderno giornalista, per schernire e satireggiate in brevi ragguagli personaggi noti della vita pubblica europea come per analizzare gli effetti delle loro azioni nel contesto dell’espansione imperiale della monarchia spagnola e dell’affermazione del suo potere tirannico sulla penisola. Il ritrovamento di alcuni documenti inquisitoriali che riguardano le procedure avviate dal Sant’Uffizio nei confronti di Boccalini hanno permesso di evidenziare i sospetti della curia romana, dove il partito spagnolo godeva di un forte ascendente politico, sui pericolosi contenuti della sua critica. L’obiettivo della sua riflessione storica consisteva nello svelare gli arcana imperii dell’assolutismo monarchico di Filippo II che si distinse per un uso politico della religione e dell’Inquisizione per inibire, oppure reprimere, ogni dissidenza verso il potere costituito. La formazione giuridica di Boccalini e la sua costante attrazione per la cultura umanistica gli permisero di ricorrere a fonti eterogenee sia antiche sia moderne per indagare il problema statuale che si impose nella riflessione politica e giuridica a partire dalla comparsa in Europa, dopo la cesura aperta dalla predicazione luterana, del pluralismo confessionale e politico. Boccalini nelle sue opere avrebbe dedicato un’attenzione particolare al momento ermeneutico scegliendo tra gli scrittori antichi Luciano da Samosata, Erodoto, Tucidide e alcuni loro interpreti rinascimentali, come Francesco Guicciardini, per elaborare un metodo storico personale con cui analizzare le trasformazioni prodotte con l’imposizione di un nuovo principio d’obbedienza politica. L’uso arguto della satira e i contenuti aspri della critica antitirannica e filo-repubblicana di Boccalini avrebbero riscosso un notevole successo nell’Europa barocca. Il suo metodo avrebbe influenzato gli stessi scrittori italiani contribuendo alla diffusione nella penisola di una leyenda negra della dominazione spagnola.
The cultural formation and the classical roots of an intellectual of Counter-reform: Traiano Boccalini
3-feb-2011
Ciccarelli, Antonella
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Tipologia: Tesi di dottorato
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/66248
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