Obiettivo: Obiettivo dello studio è valutare qualitativamente e quantitativamente il legamento crociato anteriore (LCA) di capra, i suoi fasci, le sue inserzioni ossee e la funzione meccanica dei suoi fasci in modo da valutare il suo utilizzo come modello sperimentale per la ricostruzione a due fasci del LCA. Materiali e Metodi: Dieci ginocchia di dieci diverse capre sono state incluse nello studio antomico. Sono state misurate le aree di inserzione di ogni fascio, la distanza tra il centro di ogni area ed i più comuni reperi anatomici. È stato calcolato il rapporto tra l’inserzione femorale, tibiale e la sezione media del legamento. Per registrare i dati sono stati utilizzati i seguenti sistemi digitali: microscribe 3D e 3D-laser camera. Per la valutazione meccanica, sono state valutate 14 paia di ginocchia. Un robot CASPAR Stäubli RX90 è stato utilizzato per misurare la translazione tibiale anteriore (TTA) [mm] e le forze in situ [N] a 30° (piena estensione), 60°, 90° di flessione così come la rotazione interna a 30° prima e dopo il taglio di ogni fascio. Risultati: In tutte le ginocchia sono stati identificati chiaramente 3 fasci: anteromediale (AM), intermedio (IM) e posterolaterale (PL). Non sono state riscontrate due differenti inserzioni tibiali per i due fasci IM e PL a differenza della regione femorale. Sul femore le aree d’inserzione, rappresentate come percentuale dell’intero footprint, sono state rispettivamente di 54.3 ± 7.8% per AM, 9.9 ± 3.8% per IM e 35.8 ± 4.4% per PL. Sulla tibia le aree d’inserzione sono state rispettivamente di 68.6 ± 4.7% per AM e 31.4 ± 4.7% per IM/PL. La differenza tra l’inserzione femorale (51.9 ± 4.6 mm2) e tibiale (81.1 ± 11.9 mm2) e tra ogni singolo fascio è risultata statisticamente significativa (p < 0.05). Le inserzioni femorale e tibiale erano più larghe della sezione media del legamento (21.76 ± 7.26 mm2) (p < 0.05). Quando il fascio AM è stato tagliato, si è osservato un incremento della TTA a 60° e 90° di flessione (p<0.05). Al contrario, solo a 30° di flessione si è registrato un incremento della TTA quando il fascio PL è stato tagliato. La maggior parte del forze in situ si sono sviluppate attraverso il fascio AM a 60° e 90°, mentre il PL era sollecitato solo a 30°(p<0.05). Il fascio IM ha contribuito in minima parte al trasferimento delle forze. Conclusioni: L’esatta conoscenza dell’anatomia del LCA di capra è fondamentale quando questo animale è utilizzato come modello sperimentale. Esso mostra delle peculiari differenze rispetto a quello umano anche se le principali funzioni meccaniche sono simili.

Studio anatomico e valutazione meccanica del legamento crociato anteriore di capra.

RONGA, MARIO;
2009-01-01

Abstract

Obiettivo: Obiettivo dello studio è valutare qualitativamente e quantitativamente il legamento crociato anteriore (LCA) di capra, i suoi fasci, le sue inserzioni ossee e la funzione meccanica dei suoi fasci in modo da valutare il suo utilizzo come modello sperimentale per la ricostruzione a due fasci del LCA. Materiali e Metodi: Dieci ginocchia di dieci diverse capre sono state incluse nello studio antomico. Sono state misurate le aree di inserzione di ogni fascio, la distanza tra il centro di ogni area ed i più comuni reperi anatomici. È stato calcolato il rapporto tra l’inserzione femorale, tibiale e la sezione media del legamento. Per registrare i dati sono stati utilizzati i seguenti sistemi digitali: microscribe 3D e 3D-laser camera. Per la valutazione meccanica, sono state valutate 14 paia di ginocchia. Un robot CASPAR Stäubli RX90 è stato utilizzato per misurare la translazione tibiale anteriore (TTA) [mm] e le forze in situ [N] a 30° (piena estensione), 60°, 90° di flessione così come la rotazione interna a 30° prima e dopo il taglio di ogni fascio. Risultati: In tutte le ginocchia sono stati identificati chiaramente 3 fasci: anteromediale (AM), intermedio (IM) e posterolaterale (PL). Non sono state riscontrate due differenti inserzioni tibiali per i due fasci IM e PL a differenza della regione femorale. Sul femore le aree d’inserzione, rappresentate come percentuale dell’intero footprint, sono state rispettivamente di 54.3 ± 7.8% per AM, 9.9 ± 3.8% per IM e 35.8 ± 4.4% per PL. Sulla tibia le aree d’inserzione sono state rispettivamente di 68.6 ± 4.7% per AM e 31.4 ± 4.7% per IM/PL. La differenza tra l’inserzione femorale (51.9 ± 4.6 mm2) e tibiale (81.1 ± 11.9 mm2) e tra ogni singolo fascio è risultata statisticamente significativa (p < 0.05). Le inserzioni femorale e tibiale erano più larghe della sezione media del legamento (21.76 ± 7.26 mm2) (p < 0.05). Quando il fascio AM è stato tagliato, si è osservato un incremento della TTA a 60° e 90° di flessione (p<0.05). Al contrario, solo a 30° di flessione si è registrato un incremento della TTA quando il fascio PL è stato tagliato. La maggior parte del forze in situ si sono sviluppate attraverso il fascio AM a 60° e 90°, mentre il PL era sollecitato solo a 30°(p<0.05). Il fascio IM ha contribuito in minima parte al trasferimento delle forze. Conclusioni: L’esatta conoscenza dell’anatomia del LCA di capra è fondamentale quando questo animale è utilizzato come modello sperimentale. Esso mostra delle peculiari differenze rispetto a quello umano anche se le principali funzioni meccaniche sono simili.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/63019
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