Il lavoro presentato, prendendo spunto da una serie di dati statistici rivelatori della diffusa instabilità temporale delle piccole e medie imprese francesi, intende ricercarne le cause e, ove possibile, proporre delle soluzioni. Innanzitutto si constata che le piccole e medie imprese francesi sono affette da alti tassi di mortalità infantile (più di una PME su due scompare nei primi cinque anni di vita) e senile (dato che la durata dell’azienda non si proietta oltre l’arco di vita del suo imprenditore). A giocare su tale vulnerabilità sono fattori di vario tipo: l’inidoneità delle forme giuridiche prescelte, la scarsa professionalità ed esperienza dei creatori, la debolezza del capitale investito, la preferenza per una dimensione organizzativa prettamente “familiare”, l’attitudine degli imprenditori a considerare il patrimonio aziendale al pari di un qualsiasi bene da lasciare ai propri eredi. Inoltre, la mancanza di mercati trasparenti, ma anche l’opacità del sistema informativo prodotto dalle piccole e medie imprese, rendono la cessione aziendale una velleitaria alternativa all’onerosa (e spesso infelice) trasmissione in via successoria. La fragilità delle piccole e medie imprese francesi trova conferma anche nella facilità con cui esse, in presenza di situazioni di insolvenza, approdano alle procedure di liquidazione (esiti molto più frequenti rispetto alle continuazioni o acquisizioni cui sono destinate, a parità di struttura finanziaria, le grandi imprese). Alla luce di questo quadro, si suggeriscono alcuni accorgimenti per bloccare l’emorragia. Si tratta di rimedi soprattutto preventivi, che devono intervenire prima che i danni diventino irreparabili. Si propone innanzitutto una rivoluzione culturale dell’imprenditore – invitato a programmare, con largo anticipo, la propria successione, pensandola anche al di fuori di un ambito squisitamente domestico – , cui deve accompagnarsi un cosciente e guidato accesso agli strumenti finanziari e pubblici a sua disposizione. In questo senso un importante ruolo pedagogico può essere svolto dai periti contabili, tradizionali interlocutori dei piccoli imprenditori, e non solo per conservare una clientela a loro preziosa, ma anche per difendere un’indiscussa risorsa dell’economia nazionale francese.
Mortalità e insolvenza delle piccole e medie imprese francesi
ANGELONI S.
2002-01-01
Abstract
Il lavoro presentato, prendendo spunto da una serie di dati statistici rivelatori della diffusa instabilità temporale delle piccole e medie imprese francesi, intende ricercarne le cause e, ove possibile, proporre delle soluzioni. Innanzitutto si constata che le piccole e medie imprese francesi sono affette da alti tassi di mortalità infantile (più di una PME su due scompare nei primi cinque anni di vita) e senile (dato che la durata dell’azienda non si proietta oltre l’arco di vita del suo imprenditore). A giocare su tale vulnerabilità sono fattori di vario tipo: l’inidoneità delle forme giuridiche prescelte, la scarsa professionalità ed esperienza dei creatori, la debolezza del capitale investito, la preferenza per una dimensione organizzativa prettamente “familiare”, l’attitudine degli imprenditori a considerare il patrimonio aziendale al pari di un qualsiasi bene da lasciare ai propri eredi. Inoltre, la mancanza di mercati trasparenti, ma anche l’opacità del sistema informativo prodotto dalle piccole e medie imprese, rendono la cessione aziendale una velleitaria alternativa all’onerosa (e spesso infelice) trasmissione in via successoria. La fragilità delle piccole e medie imprese francesi trova conferma anche nella facilità con cui esse, in presenza di situazioni di insolvenza, approdano alle procedure di liquidazione (esiti molto più frequenti rispetto alle continuazioni o acquisizioni cui sono destinate, a parità di struttura finanziaria, le grandi imprese). Alla luce di questo quadro, si suggeriscono alcuni accorgimenti per bloccare l’emorragia. Si tratta di rimedi soprattutto preventivi, che devono intervenire prima che i danni diventino irreparabili. Si propone innanzitutto una rivoluzione culturale dell’imprenditore – invitato a programmare, con largo anticipo, la propria successione, pensandola anche al di fuori di un ambito squisitamente domestico – , cui deve accompagnarsi un cosciente e guidato accesso agli strumenti finanziari e pubblici a sua disposizione. In questo senso un importante ruolo pedagogico può essere svolto dai periti contabili, tradizionali interlocutori dei piccoli imprenditori, e non solo per conservare una clientela a loro preziosa, ma anche per difendere un’indiscussa risorsa dell’economia nazionale francese.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.