Lo studio esamina come opera il principio di proporzionalità nella disciplina dell’ipoteca iscritta dagli agenti della riscossione per i debiti dei contribuenti verso l’erario (art. 77, d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602). Principio che, anche in materia tributaria, fornisce agli interpreti gli strumenti necessari per dare alle disposizioni dedicate all’ipoteca c.d. esattoriale significati piú rispondenti alle primarie esigenze di giustizia ed eguaglianza sostanziale che devono informare il rapporto tra l’erario-creditore e il contribuente, debitore tributario. L’interesse dello Stato a garantirsi una fruttuosa esecuzione sui beni dei contribuenti-debitori e, cosí, assicurarsi la regolarità del gettito delle entrate tributarie necessarie al raggiungimento dei fini che la Costituzione gli assegna, deve necessariamente soddisfarsi adottando il mezzo piú “adeguato” alle concrete esigenze di fatto, modulandone l’intensità in modo da non incidere sul patrimonio del debitore con vincoli eccessivi, in un equilibrato “bilanciamento” degli interessi contrapposti.

Principio di proporzionalità e ipoteca iscritta dall'agente della riscossione

GIOVA, Stefania
2012-01-01

Abstract

Lo studio esamina come opera il principio di proporzionalità nella disciplina dell’ipoteca iscritta dagli agenti della riscossione per i debiti dei contribuenti verso l’erario (art. 77, d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602). Principio che, anche in materia tributaria, fornisce agli interpreti gli strumenti necessari per dare alle disposizioni dedicate all’ipoteca c.d. esattoriale significati piú rispondenti alle primarie esigenze di giustizia ed eguaglianza sostanziale che devono informare il rapporto tra l’erario-creditore e il contribuente, debitore tributario. L’interesse dello Stato a garantirsi una fruttuosa esecuzione sui beni dei contribuenti-debitori e, cosí, assicurarsi la regolarità del gettito delle entrate tributarie necessarie al raggiungimento dei fini che la Costituzione gli assegna, deve necessariamente soddisfarsi adottando il mezzo piú “adeguato” alle concrete esigenze di fatto, modulandone l’intensità in modo da non incidere sul patrimonio del debitore con vincoli eccessivi, in un equilibrato “bilanciamento” degli interessi contrapposti.
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