In tema di pratiche di cura, il caso dei migranti presenta specificità definite dal coinvolgimento in processi di mantenimento di legami affettivi e culturali con i contesti sociali di partenza, dai quali trarre risorse materiali e simboliche utili a mantenersi o rimettersi in salute. Nella letteratura internazionale e nazionale, le principali linee di ricerca sui fenomeni legati a migrazione e salute si concentrano sui temi delle disuguaglianze e dell’accesso ai servizi sanitari [Conti, Sgritta 2004, Field, Blakemore 2007, Smaje 2000, Tognetti Bordogna 2008, Williams, Sternthal 2010] . È ancora poco presente, invece, una prospettiva di analisi volta a osservare le pratiche di autocura che prevedono l’impiego di rimedi di medicina tradizionale, convenzionale e non convenzionale [Allievi 2004, Keith et al. 2005] e l’utilizzo di risorse materiali, culturali e relazionali del contesto di provenienza [Messias 2002], per far fronte a condizioni di malessere e malattia. Il ricorso a forme diverse di self-care come strategia alternativa o complementare alla cura professionale, è una tematica classicamente approcciata dalla sociologia nell’intento di comprendere di prevedere le strategie di scelta individuali legate alla richiesta di assistenza sanitaria. Il presente lavoro, attraverso gli esiti di una ricerca esplorativa e rifacendosi ad alcuni strumenti d’analisi proposti dalla letteratura per lo studio della domanda di assistenza sanitaria, propone una riflessione sulla variabilità dei percorsi di domanda di cura dei migranti, che prende in considerazione sia l’attivazione di relazioni con congiunti e con persone significative nella terra natale che il ricorso a rimedi tradizionali.

Self-care e domanda di assistenza sanitaria: risorse e pratiche di cura nella migrazione

PIZZOLATI, Micol
2012-01-01

Abstract

In tema di pratiche di cura, il caso dei migranti presenta specificità definite dal coinvolgimento in processi di mantenimento di legami affettivi e culturali con i contesti sociali di partenza, dai quali trarre risorse materiali e simboliche utili a mantenersi o rimettersi in salute. Nella letteratura internazionale e nazionale, le principali linee di ricerca sui fenomeni legati a migrazione e salute si concentrano sui temi delle disuguaglianze e dell’accesso ai servizi sanitari [Conti, Sgritta 2004, Field, Blakemore 2007, Smaje 2000, Tognetti Bordogna 2008, Williams, Sternthal 2010] . È ancora poco presente, invece, una prospettiva di analisi volta a osservare le pratiche di autocura che prevedono l’impiego di rimedi di medicina tradizionale, convenzionale e non convenzionale [Allievi 2004, Keith et al. 2005] e l’utilizzo di risorse materiali, culturali e relazionali del contesto di provenienza [Messias 2002], per far fronte a condizioni di malessere e malattia. Il ricorso a forme diverse di self-care come strategia alternativa o complementare alla cura professionale, è una tematica classicamente approcciata dalla sociologia nell’intento di comprendere di prevedere le strategie di scelta individuali legate alla richiesta di assistenza sanitaria. Il presente lavoro, attraverso gli esiti di una ricerca esplorativa e rifacendosi ad alcuni strumenti d’analisi proposti dalla letteratura per lo studio della domanda di assistenza sanitaria, propone una riflessione sulla variabilità dei percorsi di domanda di cura dei migranti, che prende in considerazione sia l’attivazione di relazioni con congiunti e con persone significative nella terra natale che il ricorso a rimedi tradizionali.
2012
9788820402051
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