The paper presents the pubblication of the unknown and incomplete grammar of Giovanbattista Strozzi the Younger (1551-1634), discovered in the manuscript Magl. IV.30, preserved in the National Library of Florence (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), which contains the oldest witness in the transmission of the Strozzi’s «Osservationi intorno al parlare, e scrivere toscano», composed in 1583, edited in the 1630-34). The comparison between the «Osservationi» and the grammar founded in the Magl. IV.30, titled «La lingua volgare si può ridurre in regola come la latina, et la greca, et altre», lets us to attribue it to Strozzi. In fact, in Strozzi’s «Osservationi» some deviations from the grammatical rules fixed by Bembo and by other grammaticians are acceptable in the spoken vernacular of Florence: it can be observed that in the chapter concerning the articles («il», «el») Strozzi distinguishes the colloquial register of the speaking from the informal one. Moreover, the author actually included in this work some of the questions discussed in the florentine Alterati’s Accademy, which attended to have the ruling position in the literary environment, not only in Florence, but also in the rest of Italy in the last part of the XVI century. The examination of all these documents shows that their studies and attempts to codify Tuscan language had been made according to the method of Vincenzio Borghini who blazed the trail for his successors (some of Alteratis’ members) in textual criticism.

Nel saggio vengono pubblicati i capitoli superstiti di una grammatica fiorentina, ritrovata fra le carte del ms. Magl. IV.30 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il più antico testimone delle «Osservationi intorno al parlare, e scrivere toscano» approntate da Giovanbattista Strozzi nel 1583. L’attribuzione del testo, che presenta il titolo «La lingua volgare si può ridurre in regole come la latina, et la greca, et altre», all’autore delle «Osservationi» ed esponente di primo piano dell’Accademia degli Alterati è motivata non soltanto dalle similarità fra le due grammatiche tramandate dal codice magliabechiano (per esempio, l’articolo "el"), ma anche dalle notizie ricavabili dai manoscritti di questo cenacolo dei dotti, che svolse un ruolo significativo nella vita culturale fiorentina e italiana del tardo Cinquecento. In base ai documenti esaminati si può affermare che la grammatica, pervenutaci soltanto nelle parti sulle «lettere» e sul «nome», doveva essere scritta nel periodo iniziale dell’attività degli Alterati (1572 ca.), quando i suoi giovani accademici furono invitati dal filologo Vincenzio Borghini a stendere «le regole, le prime, pure e semplici» per l’insegnamento primario della lingua volgare.

"«La lingua volgare si può ridurre in regola come la latina et la greca, et altre». Uno scritto grammaticale attribuito a Giovanbattista Strozzi il Giovane"

SIEKIERA, Anna Maria
2015-01-01

Abstract

The paper presents the pubblication of the unknown and incomplete grammar of Giovanbattista Strozzi the Younger (1551-1634), discovered in the manuscript Magl. IV.30, preserved in the National Library of Florence (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), which contains the oldest witness in the transmission of the Strozzi’s «Osservationi intorno al parlare, e scrivere toscano», composed in 1583, edited in the 1630-34). The comparison between the «Osservationi» and the grammar founded in the Magl. IV.30, titled «La lingua volgare si può ridurre in regola come la latina, et la greca, et altre», lets us to attribue it to Strozzi. In fact, in Strozzi’s «Osservationi» some deviations from the grammatical rules fixed by Bembo and by other grammaticians are acceptable in the spoken vernacular of Florence: it can be observed that in the chapter concerning the articles («il», «el») Strozzi distinguishes the colloquial register of the speaking from the informal one. Moreover, the author actually included in this work some of the questions discussed in the florentine Alterati’s Accademy, which attended to have the ruling position in the literary environment, not only in Florence, but also in the rest of Italy in the last part of the XVI century. The examination of all these documents shows that their studies and attempts to codify Tuscan language had been made according to the method of Vincenzio Borghini who blazed the trail for his successors (some of Alteratis’ members) in textual criticism.
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