Il contributo prende in considerazione due palazzi patrizi progettati a Roma negli anni Settanta e Ottanta del XVII secolo, evidenziandone le affinità formali, mai finora rilevate, con importanti hôtels particuliers costruiti a Parigi qualche decennio addietro. Si tratta del periodo in cui, nel quadro della nuova politica di Colbert, la cultura artistica francese giunse a rivendicare la propria supremazia su quella italiana, e a Roma Charles Errard, agente di Luigi XIV per gli affari culturali, ottenne ripetutamente per sé o per Charles Le Brun il principato dell’Accademia di San Luca. Il primo dei casi esaminati è quello del palazzo di Giovanni e Pompeo Muti Papazzurri nell’attuale piazza della Pilotta, costruito da Mattia De Rossi tra il 1675 e il 1678. In questo edificio l’inusuale pianta a corte aperta tra avancorpi, il portale con colonne binate e alcuni aspetti della decorazione derivano secondo l’A. da modelli francesi, in particolare dall’hôtel de La Vrillière, che De Rossi aveva conosciuto e ammirato durante i suoi due lunghi soggiorni parigini. Nel secondo caso l’A. individua una sorprendente serie di corrispondenze, relative specialmente all’assetto e all’organizzazione funzionale della pianta, tra il palazzo di Filippo Giuliano Mancini in via del Corso, costruito a partire dal 1687 sulla base di un progetto di Sebastiano Cipriani, e l’hôtel de Beauvais in rue Saint-Antoine. La somiglianza tra i due edifici, spiegabile alla luce del viaggio in Francia compiuto da Cipriani poco tempo prima, è posta dall’A. in rapporto con la particolare importanza che l’hôtel de Beauvais aveva avuto nella vicenda biografica del committente, nipote del cardinale Giulio Mazzarino.

Riflessi di edifici parigini in residenze romane del tardo Seicento: i palazzi Muti Papazzurri alla Pilotta e Mancini, negli Atti delle Giornate di Studio in Onore di Arnaldo Bruschi (Roma, 5-7 maggio 2011), a cura di Flavia Cantatore, Francesco Paolo Fiore, Maurizio Ricci, Augusto Roca De Amicis, Paola Zampa

ANTINORI, Aloisio
2014-01-01

Abstract

Il contributo prende in considerazione due palazzi patrizi progettati a Roma negli anni Settanta e Ottanta del XVII secolo, evidenziandone le affinità formali, mai finora rilevate, con importanti hôtels particuliers costruiti a Parigi qualche decennio addietro. Si tratta del periodo in cui, nel quadro della nuova politica di Colbert, la cultura artistica francese giunse a rivendicare la propria supremazia su quella italiana, e a Roma Charles Errard, agente di Luigi XIV per gli affari culturali, ottenne ripetutamente per sé o per Charles Le Brun il principato dell’Accademia di San Luca. Il primo dei casi esaminati è quello del palazzo di Giovanni e Pompeo Muti Papazzurri nell’attuale piazza della Pilotta, costruito da Mattia De Rossi tra il 1675 e il 1678. In questo edificio l’inusuale pianta a corte aperta tra avancorpi, il portale con colonne binate e alcuni aspetti della decorazione derivano secondo l’A. da modelli francesi, in particolare dall’hôtel de La Vrillière, che De Rossi aveva conosciuto e ammirato durante i suoi due lunghi soggiorni parigini. Nel secondo caso l’A. individua una sorprendente serie di corrispondenze, relative specialmente all’assetto e all’organizzazione funzionale della pianta, tra il palazzo di Filippo Giuliano Mancini in via del Corso, costruito a partire dal 1687 sulla base di un progetto di Sebastiano Cipriani, e l’hôtel de Beauvais in rue Saint-Antoine. La somiglianza tra i due edifici, spiegabile alla luce del viaggio in Francia compiuto da Cipriani poco tempo prima, è posta dall’A. in rapporto con la particolare importanza che l’hôtel de Beauvais aveva avuto nella vicenda biografica del committente, nipote del cardinale Giulio Mazzarino.
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