Si dà conto del ritrovamento nella Biblioteca Riccardiana di Firenze del «Trattato di lingua toscana», considerato perduto, che Francesco Bonciani (1552-1620), accademico "Aspro", scrisse per conto della fiorentina Accademia degli Alterati negli anni 1580-1583, in risposta al discorso di Henri Estienne, «De la precellence du langage François» (1579). E oltre all'originale autografo dell'opera, il Riccardiano 2435, cc. 265r-336r, nella stessa biblioteca viene identificata la sua copia diretta, il Riccardiano 2316, trascritta sotto la supervisione di un altro accademico alterato, Lorenzo Giacomini (1552-1598). In base anche a vari documenti dell'epoca e alle lettere appartenenti ai due letterati e all'ambiente del cenacolo, si delineano le origini dei due testimoni manoscritti. Si ipotizza, quindi, che Giacomini, già curatore nel 1584 dell'edizione degli «Elementi del parlar toscano» di Giorgio Bartoli, si occupasse nella primavera del 1585 della revisione del trattato, dopo che Bonciani partendo per la Spagna in missione diplomatica due anni prima aveva affidato l'opera (non portata a termine) ai sodali accademici.

Ancora sull'Accademia degli Alterati: il «Trattato di lingua toscana» di Francesco Bonciani

SIEKIERA, Anna Maria
2014-01-01

Abstract

Si dà conto del ritrovamento nella Biblioteca Riccardiana di Firenze del «Trattato di lingua toscana», considerato perduto, che Francesco Bonciani (1552-1620), accademico "Aspro", scrisse per conto della fiorentina Accademia degli Alterati negli anni 1580-1583, in risposta al discorso di Henri Estienne, «De la precellence du langage François» (1579). E oltre all'originale autografo dell'opera, il Riccardiano 2435, cc. 265r-336r, nella stessa biblioteca viene identificata la sua copia diretta, il Riccardiano 2316, trascritta sotto la supervisione di un altro accademico alterato, Lorenzo Giacomini (1552-1598). In base anche a vari documenti dell'epoca e alle lettere appartenenti ai due letterati e all'ambiente del cenacolo, si delineano le origini dei due testimoni manoscritti. Si ipotizza, quindi, che Giacomini, già curatore nel 1584 dell'edizione degli «Elementi del parlar toscano» di Giorgio Bartoli, si occupasse nella primavera del 1585 della revisione del trattato, dopo che Bonciani partendo per la Spagna in missione diplomatica due anni prima aveva affidato l'opera (non portata a termine) ai sodali accademici.
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