Old and sick people, handicap holders, poor families are addressees of public benefits necessarely distributed through administrative decisions based on a previous selection. On which criteria are grounded these decisions and selections? And how does the national legal order ensure equality and justice? The essay takes its cue from a legislative decree that in 1998 introduced for the first time in Italy a 'means test', the Indicator of economic situation - Ise, and concerns six areas of public activity: assistance, health, education, welfare, the right to university studies and public services. The analysis of the institution is developed vertically, by sector. Alongside the characteristics of the sectorial discipline, consideration is given, in particular, to the structure of the obligation that originates from it (the public qualification of the obligation indicates that the satisfaction of the private interest is also functional to the care of the public interest) and to the application at central and regional level. The normative analysis is in fact followed by a phenomenological recognition of the application. Specific problems emerge for each sector, but also a common point to all: the differentiation of the selective criteria operated by the providers both in the integration and in the application of the rules. This is a relevant problem, especially in relation to the legislative experimentation of a unitary system for the evaluation of means (the Indicator of Equivalent Economic Situation). This is, in fact, the most striking phenomenon of the need for uniformity in the selection of beneficiaries of public benefits. In this respect, the tendency to differentiate not only does not find a valid remedy at the level of administrative implementation, but seems to go back to the regulatory level, due to the further multiplication of the same single indicator into different indicators. Hence the focus on the general characteristics of the welfare system, and on the specific one of selectivity.

Anziani, malati, disabili, famiglie svantaggiate sono i destinatari di benefici pubblici necessariamente distribuiti in modo selettivo. L'A. analizza in base a quali criteri i pubblici poteri scelgono quei beneficiari e come l'ordinamento giuridico assicura eguaglianza e giustizia. Lo studio prende spunto da un decreto legislativo che nel 1998 ha introdotto per la prima volta in Italia un "means test" (test dei mezzi o misuratore della ricchezza), un indicatore di situazione economica, l'Isee, e riguarda sei ambiti dell’attività pubblica: l’assistenza, la sanità, l’istruzione, la previdenza, il diritto agli studi universitari e i servizi pubblici. I primi cinque settori sono compresi unitariamente nella sfera amministrativa; l’ultimo è indicato con riferimento agli erogatori di servizi pubblici. S’intende distinguere, in tal modo, i casi di attività distributiva pubblica che sia svolta in prevalenza da amministrazioni, da quelli di attività distributiva, pure rispondente ad interessi pubblici, ma svolta soprattutto mediante attività di soggetti privati. In tal modo, infatti, si è abituati a separare il Welfare tradizionale, come area dei servizi sociali, dal settore dei servizi pubblici. L’analisi degli istituti è sviluppata in modo verticale, per settore. Accanto alle caratteristiche della disciplina settoriale, si considera, in particolare, la struttura dell’obbligazione che da essa origina (la qualificazione pubblica dell’obbligazione indica che la soddisfazione dell’interesse privato è funzionale anche alla cura di quello pubblico).All’analisi normativa segue la ricognizione fenomenologica dell’applicazione. Per ciascun settore emergono problemi specifici, ma altresì un dato comune a tutti: la differenziazione dei criteri selettivi operata dai soggetti erogatori sia in sede di integrazione, sia in sede di applicazione delle norme. Si tratta di un problema rilevante soprattutto in rapporto alla sperimentazione legislativa di un sistema unitario di valutazione dei mezzi (l’Indicatore di situazione economica equivalente). È questo, infatti, il più vistoso fenomeno dell’esigenza di uniformità di selezione dei beneficiari delle agevolazioni pubbliche. Per tale profilo, la tendenza a differenziare non soltanto non trova un rimedio valido sul piano dell’attuazione amministrativa, ma sembra risalire al piano normativo, a causa della ulteriore moltiplicazione dello stesso indicatore unico in indicatori diversi. Di qui, l’attenzione per i caratteri generali del sistema di Welfare, e per quello specifico della selettività.

Giustizia ed eguaglianza nella distribuzione dei benefici pubblici

CAROLI CASAVOLA, Hilde
2004-01-01

Abstract

Old and sick people, handicap holders, poor families are addressees of public benefits necessarely distributed through administrative decisions based on a previous selection. On which criteria are grounded these decisions and selections? And how does the national legal order ensure equality and justice? The essay takes its cue from a legislative decree that in 1998 introduced for the first time in Italy a 'means test', the Indicator of economic situation - Ise, and concerns six areas of public activity: assistance, health, education, welfare, the right to university studies and public services. The analysis of the institution is developed vertically, by sector. Alongside the characteristics of the sectorial discipline, consideration is given, in particular, to the structure of the obligation that originates from it (the public qualification of the obligation indicates that the satisfaction of the private interest is also functional to the care of the public interest) and to the application at central and regional level. The normative analysis is in fact followed by a phenomenological recognition of the application. Specific problems emerge for each sector, but also a common point to all: the differentiation of the selective criteria operated by the providers both in the integration and in the application of the rules. This is a relevant problem, especially in relation to the legislative experimentation of a unitary system for the evaluation of means (the Indicator of Equivalent Economic Situation). This is, in fact, the most striking phenomenon of the need for uniformity in the selection of beneficiaries of public benefits. In this respect, the tendency to differentiate not only does not find a valid remedy at the level of administrative implementation, but seems to go back to the regulatory level, due to the further multiplication of the same single indicator into different indicators. Hence the focus on the general characteristics of the welfare system, and on the specific one of selectivity.
2004
8814111588
Anziani, malati, disabili, famiglie svantaggiate sono i destinatari di benefici pubblici necessariamente distribuiti in modo selettivo. L'A. analizza in base a quali criteri i pubblici poteri scelgono quei beneficiari e come l'ordinamento giuridico assicura eguaglianza e giustizia. Lo studio prende spunto da un decreto legislativo che nel 1998 ha introdotto per la prima volta in Italia un "means test" (test dei mezzi o misuratore della ricchezza), un indicatore di situazione economica, l'Isee, e riguarda sei ambiti dell’attività pubblica: l’assistenza, la sanità, l’istruzione, la previdenza, il diritto agli studi universitari e i servizi pubblici. I primi cinque settori sono compresi unitariamente nella sfera amministrativa; l’ultimo è indicato con riferimento agli erogatori di servizi pubblici. S’intende distinguere, in tal modo, i casi di attività distributiva pubblica che sia svolta in prevalenza da amministrazioni, da quelli di attività distributiva, pure rispondente ad interessi pubblici, ma svolta soprattutto mediante attività di soggetti privati. In tal modo, infatti, si è abituati a separare il Welfare tradizionale, come area dei servizi sociali, dal settore dei servizi pubblici. L’analisi degli istituti è sviluppata in modo verticale, per settore. Accanto alle caratteristiche della disciplina settoriale, si considera, in particolare, la struttura dell’obbligazione che da essa origina (la qualificazione pubblica dell’obbligazione indica che la soddisfazione dell’interesse privato è funzionale anche alla cura di quello pubblico).All’analisi normativa segue la ricognizione fenomenologica dell’applicazione. Per ciascun settore emergono problemi specifici, ma altresì un dato comune a tutti: la differenziazione dei criteri selettivi operata dai soggetti erogatori sia in sede di integrazione, sia in sede di applicazione delle norme. Si tratta di un problema rilevante soprattutto in rapporto alla sperimentazione legislativa di un sistema unitario di valutazione dei mezzi (l’Indicatore di situazione economica equivalente). È questo, infatti, il più vistoso fenomeno dell’esigenza di uniformità di selezione dei beneficiari delle agevolazioni pubbliche. Per tale profilo, la tendenza a differenziare non soltanto non trova un rimedio valido sul piano dell’attuazione amministrativa, ma sembra risalire al piano normativo, a causa della ulteriore moltiplicazione dello stesso indicatore unico in indicatori diversi. Di qui, l’attenzione per i caratteri generali del sistema di Welfare, e per quello specifico della selettività.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11695/17652
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