«La scienza - ha scritto Albert Einstein - ricerca le relazioni che si pensa esistano indipendentemente dall’individuo cercatore. Questo vale anche nel caso in cui la ricerca riguardi l’uomo stesso. […] Tutte le affermazioni e leggi scientifiche hanno una caratteristica comune: esse sono ‘vere’ o ‘false’». «In linea di fatto – ha sostenuto dal canto suo uno storico come Gaetano Salvemini - non c’è differenza essenziale tra i problemi che affronta lo scienziato nel ricostruire il passato astronomico, geologico o biologico, e i problemi che affronta lo storico nel ricostruire il passato degli uomini. In entrambi i casi l’esperto ricostruisce il passato con l’aiuto di testimonianze […] La tecnica usata dai vari indagatori può essere diversa, in quanto essi devono ricorrere ad espedienti diversi, adatti alle diverse informazioni di cui dispongono, ma il metodo di trarre informazioni dalle fonti rimane lo stesso». In aperto contrasto con quegli autori che, con argomentazioni diverse, hanno sostenuto che la storiografia non può essere scientifica, in questo libro si difende l’idea di metodo unificato: così come la fisica, la storiografia è una scienza che avanza per congetture e confutazioni. Ricollegandosi essenzialmente a tre filoni di pensiero non sempre fra loro comunicanti, quelli relativi all’ermeneutica (soprattutto di Gadamer), all’individualismo metodologico e al modello nomologicodeduttivo, l’autore evidenzia come la storiografia possa essere scientifica a condizione che si basi su una metodologia individualistica e nomologica, che cioè eviti di reificare entità sociali extra-individuali e proceda attraverso la spiegazione causale.

Tucidide come Einstein? Leggi e spiegazione in storiografia

DI NUOSCIO, Vincenzo
2004-01-01

Abstract

«La scienza - ha scritto Albert Einstein - ricerca le relazioni che si pensa esistano indipendentemente dall’individuo cercatore. Questo vale anche nel caso in cui la ricerca riguardi l’uomo stesso. […] Tutte le affermazioni e leggi scientifiche hanno una caratteristica comune: esse sono ‘vere’ o ‘false’». «In linea di fatto – ha sostenuto dal canto suo uno storico come Gaetano Salvemini - non c’è differenza essenziale tra i problemi che affronta lo scienziato nel ricostruire il passato astronomico, geologico o biologico, e i problemi che affronta lo storico nel ricostruire il passato degli uomini. In entrambi i casi l’esperto ricostruisce il passato con l’aiuto di testimonianze […] La tecnica usata dai vari indagatori può essere diversa, in quanto essi devono ricorrere ad espedienti diversi, adatti alle diverse informazioni di cui dispongono, ma il metodo di trarre informazioni dalle fonti rimane lo stesso». In aperto contrasto con quegli autori che, con argomentazioni diverse, hanno sostenuto che la storiografia non può essere scientifica, in questo libro si difende l’idea di metodo unificato: così come la fisica, la storiografia è una scienza che avanza per congetture e confutazioni. Ricollegandosi essenzialmente a tre filoni di pensiero non sempre fra loro comunicanti, quelli relativi all’ermeneutica (soprattutto di Gadamer), all’individualismo metodologico e al modello nomologicodeduttivo, l’autore evidenzia come la storiografia possa essere scientifica a condizione che si basi su una metodologia individualistica e nomologica, che cioè eviti di reificare entità sociali extra-individuali e proceda attraverso la spiegazione causale.
2004
8849809786
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