La singolare ed in verità significativa coincidenza temporale della riforma della disciplina della recidiva in Italia ed in Francia ha offerto l’occasione per un utile confronto comparatistico, non solo relativamente alla rispettive discipline positive, caratterizzate comunque da significative differenze, ma soprattutto riguardo alla, invece apparentemente comune, ispirazione politico-criminale. La logica del ‘nemico’ sembra effettivamente essere alla base delle riforme introdotte con la l.251/2005: senza rendere in alcun modo più affidabili sul piano criminologico i presupposti ‘generali’ della dichiarazione di recidiva, nelle sue diverse articolazioni di progressiva gravità, sono stati attivati meccanismi di notevole aggravamento delle conseguenze sanzionatorie, che in molti casi sono però privi di un apprezzabile nesso logico con la circostanza da cui dipendono (la recidiva, appunto); inoltre, attraverso la previsione di ipotesi di recidiva obbligatoria, per le quali l’aumento è altresì determinato in misura fissa, vengono introdotte vere e proprie presunzione legale di pericolosità, in palese violazione del principio di uguaglianza. Si è in questo modo creato un vero e proprio circuito sanzionatorio parallelo e ‘riservato’ per i recidivi, costellato oltre che da rilevanti incrementi sanzionatori, anche da numerose limitazioni all’accesso a regimi punitivi ed esecutivi più favorevoli.

‘La « construction » de l’ennemi. La réforme de la récidive en Italie’

FIORE, Stefano
2007-01-01

Abstract

La singolare ed in verità significativa coincidenza temporale della riforma della disciplina della recidiva in Italia ed in Francia ha offerto l’occasione per un utile confronto comparatistico, non solo relativamente alla rispettive discipline positive, caratterizzate comunque da significative differenze, ma soprattutto riguardo alla, invece apparentemente comune, ispirazione politico-criminale. La logica del ‘nemico’ sembra effettivamente essere alla base delle riforme introdotte con la l.251/2005: senza rendere in alcun modo più affidabili sul piano criminologico i presupposti ‘generali’ della dichiarazione di recidiva, nelle sue diverse articolazioni di progressiva gravità, sono stati attivati meccanismi di notevole aggravamento delle conseguenze sanzionatorie, che in molti casi sono però privi di un apprezzabile nesso logico con la circostanza da cui dipendono (la recidiva, appunto); inoltre, attraverso la previsione di ipotesi di recidiva obbligatoria, per le quali l’aumento è altresì determinato in misura fissa, vengono introdotte vere e proprie presunzione legale di pericolosità, in palese violazione del principio di uguaglianza. Si è in questo modo creato un vero e proprio circuito sanzionatorio parallelo e ‘riservato’ per i recidivi, costellato oltre che da rilevanti incrementi sanzionatori, anche da numerose limitazioni all’accesso a regimi punitivi ed esecutivi più favorevoli.
2007
978-2-296-05904-7
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