Il testo ripercorre criticamente l'opera di Franco Sarnari (Roma 1933) un importante pittore figurativo italiano e si sofferma per la prima volta sul suo lungo e articolato ciclo dedicato ai frammenti del corpo umano iniziato negli anni Sessanta e proseguito fino al secondo decennio del XXI secolo. Sarnari è autore lungo percorso pittorico dedicato al corpo umano, alla presenza magnetica e astraente della sua nudità letta attraverso la parcellizzazione iconica e cromatica dei suoi particolari, attraverso la dilatazione delle ombre, delle pieghe della pelle e dei muscoli. L’opera di Sarnari va analizzata nella sua pluralità di riferimenti che, in un percorso di sublimazione, hanno dato vita a uno stile e a una visione del tutto personali e coerenti. Sarnari, nel suo itinerario ha inizialmente utilizzato spunti provenienti dall’informale e dal realismo esistenziale, dalla Pop Art, dall’arte cinetica e dalle ricerche ‘gestaltiche’, elaborando una sintesi che si è lentamente andata distillando in un cammino che supera la semplificante dimensione della pittura d’immagine per approdare a un uso analitico-concettuale della dimensione iconica. Il grande merito di Sarnari è dunque quello di non essersi appiattito su posizioni epigoniche, ma di avere invece costruito un linguaggio del tutto personale che rappresenta un unicum nel panorama italiano e internazionale e che costituisce un tramite fondamentale tra la sua generazione, le generazioni storiche della prima metà del novecento, quelle degli anni cinquanta e le ultime generazioni di artisti che hanno ripreso il discorso sull’immagine con la pittura, la fotografia, il video e il pixel delle nuove tecnologie digitali. In questo modo la stessa tecnica pittorica scelta da Sarnari assume un valore emozionale, nell’accumulo di tasselli cromatici che comprendono in sé la componente analitica e la oltrepassano in una dimensione in cui la stessa tattilità diventa qualcosa di reale e partecipato. Sarnari ha costruito dunque un ponte empatico che colloca “lo spettatore al centro del quadro” mediante un filo sottile fatto di una stesura leggera e brulicante di colore e luce, un’epidermide pittorica e vibrante, trasposizione di un’altra pelle che da dipinta si fa quasi reale e fremente.
I frammenti erotici del corpo analitico
CANOVA, Lorenzo
2013-01-01
Abstract
Il testo ripercorre criticamente l'opera di Franco Sarnari (Roma 1933) un importante pittore figurativo italiano e si sofferma per la prima volta sul suo lungo e articolato ciclo dedicato ai frammenti del corpo umano iniziato negli anni Sessanta e proseguito fino al secondo decennio del XXI secolo. Sarnari è autore lungo percorso pittorico dedicato al corpo umano, alla presenza magnetica e astraente della sua nudità letta attraverso la parcellizzazione iconica e cromatica dei suoi particolari, attraverso la dilatazione delle ombre, delle pieghe della pelle e dei muscoli. L’opera di Sarnari va analizzata nella sua pluralità di riferimenti che, in un percorso di sublimazione, hanno dato vita a uno stile e a una visione del tutto personali e coerenti. Sarnari, nel suo itinerario ha inizialmente utilizzato spunti provenienti dall’informale e dal realismo esistenziale, dalla Pop Art, dall’arte cinetica e dalle ricerche ‘gestaltiche’, elaborando una sintesi che si è lentamente andata distillando in un cammino che supera la semplificante dimensione della pittura d’immagine per approdare a un uso analitico-concettuale della dimensione iconica. Il grande merito di Sarnari è dunque quello di non essersi appiattito su posizioni epigoniche, ma di avere invece costruito un linguaggio del tutto personale che rappresenta un unicum nel panorama italiano e internazionale e che costituisce un tramite fondamentale tra la sua generazione, le generazioni storiche della prima metà del novecento, quelle degli anni cinquanta e le ultime generazioni di artisti che hanno ripreso il discorso sull’immagine con la pittura, la fotografia, il video e il pixel delle nuove tecnologie digitali. In questo modo la stessa tecnica pittorica scelta da Sarnari assume un valore emozionale, nell’accumulo di tasselli cromatici che comprendono in sé la componente analitica e la oltrepassano in una dimensione in cui la stessa tattilità diventa qualcosa di reale e partecipato. Sarnari ha costruito dunque un ponte empatico che colloca “lo spettatore al centro del quadro” mediante un filo sottile fatto di una stesura leggera e brulicante di colore e luce, un’epidermide pittorica e vibrante, trasposizione di un’altra pelle che da dipinta si fa quasi reale e fremente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.