Ambiente e città possono essere entrambi considerati come sistemi "mentali" (Bateson, 1972), ovverosia come sistemi che in quanto costituiti anche da una parte "vivente" sono in grado di percepire differenze ("idee"). Ma la sopravvivenza delle "idee" dipende dal fenomeno della formazione delle abitudini, che seleziona le idee utilizzate più frequentemente e le "irrigidisce" come "premesse". Tuttavia non è detto che le premesse siano "vere", cioè utili per la sopravvivenza del sistema né, tantomeno, per avviarsi verso un unico sistema "ambiente+città" (Bateson). E' quindi importante identificare, con particolare riferimento al sottosistema dei processi di pianificazione in atto nell'area romana, le idee che tendono a irrigidirsi in "premesse". Se si sottopone ad esempio l'immagine-metafora della rete ecologica del nuovo PRG di Roma a una verifica di congruità rispetto alla direzione dell'unico sistema "ambiente+città" qui auspicato, ne emerge che, in questa come in altre versioni, la rete conferma una tendenza a separare troppo nettamente il naturale - o ritenuto tale - dall'artificiale, secondo un'impostazione ancora dualistica che non riesce ad attribuire un ruolo ambientale e paesaggistico anche alle aree urbanizzate, in modo simmetricamente opposto a quanto accadeva negli strumenti urbanistici del passato, in cui spesso le aree agricole e naturali erano niente altro che "il bianco", ovverosia un semplice sfondo indifferenziato delle aree urbanizzate.

Le "immagini" del sistema metropolitano romano in relazione al concetto di flessibilità nei sistemi "viventi"

DE BONIS, Luciano;
2005-01-01

Abstract

Ambiente e città possono essere entrambi considerati come sistemi "mentali" (Bateson, 1972), ovverosia come sistemi che in quanto costituiti anche da una parte "vivente" sono in grado di percepire differenze ("idee"). Ma la sopravvivenza delle "idee" dipende dal fenomeno della formazione delle abitudini, che seleziona le idee utilizzate più frequentemente e le "irrigidisce" come "premesse". Tuttavia non è detto che le premesse siano "vere", cioè utili per la sopravvivenza del sistema né, tantomeno, per avviarsi verso un unico sistema "ambiente+città" (Bateson). E' quindi importante identificare, con particolare riferimento al sottosistema dei processi di pianificazione in atto nell'area romana, le idee che tendono a irrigidirsi in "premesse". Se si sottopone ad esempio l'immagine-metafora della rete ecologica del nuovo PRG di Roma a una verifica di congruità rispetto alla direzione dell'unico sistema "ambiente+città" qui auspicato, ne emerge che, in questa come in altre versioni, la rete conferma una tendenza a separare troppo nettamente il naturale - o ritenuto tale - dall'artificiale, secondo un'impostazione ancora dualistica che non riesce ad attribuire un ruolo ambientale e paesaggistico anche alle aree urbanizzate, in modo simmetricamente opposto a quanto accadeva negli strumenti urbanistici del passato, in cui spesso le aree agricole e naturali erano niente altro che "il bianco", ovverosia un semplice sfondo indifferenziato delle aree urbanizzate.
2005
88-218-0945-5
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