La “migrazione” verso l’Italia, da sempre prerogativa degli uomini di religione, tra Medioevo e Rinascimento inizia ad affascinare e a coinvolgere anche altre persone e con movimento spontaneo e spesso in solitudine cominciano ad intraprenderla a rischio della propria incolumità, mentre a mito italico consolidato – in linea generale seconda metà del XVI secolo – tale attività, trasformata nel frattempo in viaggio d’istruzione finalizzato all’iniziazione del culto dell’antichità e del bello, diventa un’esperienza intellettuale imprescindibile per l’uomo colto europeo e il Bel Paese diviene il campo privilegiato dove fare conoscenza diretta. L’effetto scaturito da questo tipo di viaggio naturalmente non si esaurisce nell’esperienza personale di chi lo vive, ma diviene un fattore essenziale nella trasformazione del gusto dei paesi d’origine dei tourists; come ha scritto Cesare de Seta, infatti, in questo fenomeno culturale c’è un effetto di “andata” che agisce sulla personalità di chi lo compie e un effetto di “ritorno” che si propaga a macchia d’olio grazie ai souvenir che il viaggiatore porta con se nel ritorno in patria; inoltre, al risultato del moto alternato contribuiscono pure i resoconti di viaggio e le collezioni che si mettono insieme: i primi fanno vivere questa avventura a chi non l’ha vissuta in prima persona, le altre divengono una sorta di status symbol per l’upper class europea e in questa condizione raccontano le vicende del Bel Paese a chiunque posa lo sguardo su di loro. Tra gli oggetti che i tourists acquistano in ricordo dell’esperienza un posto preminente nella scala delle preferenze lo ricopre la stampa acquafortistica, un apprezzamento dovuto al valore pedagogico e didattico di tali oggetti ma, naturalmente, anche alle sue qualità fisiche. Lo studio sull’iconografia di San Lorenzo fuori le mura prende in esame alcuni di questi lavori, realizzati tra il XVI e il XIX secolo, e attraverso la lettura grafica estrapola informazioni sul modello rappresentativo, sulla qualità dei disegni e sulle soluzioni architettoniche che si sono avvicendate nel palinsesto compositivo della Basilica e che di volta in volta hanno cambiato la grammatica del suo linguaggio.

Iconografia della basilica di San Lorenzo fuori le mura analisi di alcune acqueforti realizzate nell'ambito del Grand Tour

BARLOZZINI, Piero
2013-01-01

Abstract

La “migrazione” verso l’Italia, da sempre prerogativa degli uomini di religione, tra Medioevo e Rinascimento inizia ad affascinare e a coinvolgere anche altre persone e con movimento spontaneo e spesso in solitudine cominciano ad intraprenderla a rischio della propria incolumità, mentre a mito italico consolidato – in linea generale seconda metà del XVI secolo – tale attività, trasformata nel frattempo in viaggio d’istruzione finalizzato all’iniziazione del culto dell’antichità e del bello, diventa un’esperienza intellettuale imprescindibile per l’uomo colto europeo e il Bel Paese diviene il campo privilegiato dove fare conoscenza diretta. L’effetto scaturito da questo tipo di viaggio naturalmente non si esaurisce nell’esperienza personale di chi lo vive, ma diviene un fattore essenziale nella trasformazione del gusto dei paesi d’origine dei tourists; come ha scritto Cesare de Seta, infatti, in questo fenomeno culturale c’è un effetto di “andata” che agisce sulla personalità di chi lo compie e un effetto di “ritorno” che si propaga a macchia d’olio grazie ai souvenir che il viaggiatore porta con se nel ritorno in patria; inoltre, al risultato del moto alternato contribuiscono pure i resoconti di viaggio e le collezioni che si mettono insieme: i primi fanno vivere questa avventura a chi non l’ha vissuta in prima persona, le altre divengono una sorta di status symbol per l’upper class europea e in questa condizione raccontano le vicende del Bel Paese a chiunque posa lo sguardo su di loro. Tra gli oggetti che i tourists acquistano in ricordo dell’esperienza un posto preminente nella scala delle preferenze lo ricopre la stampa acquafortistica, un apprezzamento dovuto al valore pedagogico e didattico di tali oggetti ma, naturalmente, anche alle sue qualità fisiche. Lo studio sull’iconografia di San Lorenzo fuori le mura prende in esame alcuni di questi lavori, realizzati tra il XVI e il XIX secolo, e attraverso la lettura grafica estrapola informazioni sul modello rappresentativo, sulla qualità dei disegni e sulle soluzioni architettoniche che si sono avvicendate nel palinsesto compositivo della Basilica e che di volta in volta hanno cambiato la grammatica del suo linguaggio.
2013
978-88-548-5684-4
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